"Il mio governo è il quarto per durata, eppure è stato un tempo velocissimo. Il loro ciclo durerà ancora meno". Lo ha detto il senatore del Pd Matteo Renzi, nel corso della cena con i parlamentari della maggioranza Pd a Roma, riferendosi all'esecutivo Lega-M5s. "Non hanno niente in mano, ma sono bravi a venderlo - ha sottolineato - . Avevamo detto che eravamo l'argine al disastro, purtroppo era vero". Assente il segretario Dem, Maurizio Martina.
Cena a buffet, 50 euro a persona, un castelletto imponente con alte mura di cinta come location, la cena dei renziani si è aperta con il senatore-tenore Alan Ferrari che intona "All'alba vincerò" dalla Turandot di Giacomo Puccini. Forse l'auspicio di un leader che non ha rinunciato alla riscossa. Clima disteso, battute, risate - Matteo Colaninno ha imitato l'ex ministro Giulio Tremonti -, Renzi ha preso il microfono dando il via al suo show.
"Smettiamola con la depressione - ha esortato -, abbiamo perso una grande battaglia, forse avremo capito qualcosa, che non serve essere bravi per piacere agli editorialisti". "Noi abbiamo una grande possibilità, dobbiamo smetterla di litigare. Gli altri hanno forza solo se si focalizzano su di me. Se io sto zitto, M5s e Lega vanno nel panico".
L'accordo con i Cinquestelle "avrebbe distrutto il Pd", ha ribadito. "Cerchiamo di ripartire in autunno senza ansie, prima capiamo la loro strategia di comunicazione e prima noi rientriamo in campo", ha sostenuto Renzi promettendo una Leopolda, la sua convention annuale, "che non sarà solo una cosa del Pd ma dovrà essere una cosa più larga". Ma il partito "senza di noi perde la spinta riformista e muore, dobbiamo lavorare per rilanciarlo mettendo fine alle liti interne".
Martina assente - "Sono grato ai volontari della festa democratica di Siena". Così, per tre volte consecutive, il segretario del Pd Maurizio Martina, ospite alla festa democratica di Siena, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano un commento sulla cena con 120 parlamentari all'Aventino organizzata da Renzi.