Uno scenario apocalittico: una nube rossa, il cielo coperto. È quanto accaduto a Taranto, dove il forte vento ha trascinato le polveri provenienti dai parchi minerali dello stabilimento Ilva, generando preoccupazione tra i cittadini. E proprio in merito alla situazione, non si sono fatte attendere le polemiche. "Un paesaggio industriale di fine '800, inquietante, con queste nubi di polveri rosse che si spostano", ha commentato il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio.
In realtà, il cosiddetto Wind Day, la giornata segnalata dall'Arpa Puglia che si verifica quando il forte vento spira da nord ovest (area industriale) disperdendo le polveri in particolare sul vicino rione Tamburi, deve ancora arrivare. Nelle giornate di vento in cui i valori di Pm10 potrebbero superare la soglia dei 25 microgrammi (fino ai 50 microgrammi) per metro cubo, è consigliabile che i soggetti a rischio (asmatici, cardiopatici, bambini e anziani) programmino eventuali attività sportive all'aperto prima delle 8 o dalle 12 alle 18.
"Credo che abbiamo ragione a fare tutti gli accertamenti del caso" - ha dichiarato ancora Di Maio in merito all’Ilva - Se la procedura di gara è stata sbagliata, allora vuol dire che si sta ledendo un interesse pubblico di tutela della salute, dell'ambiente e del lavoro, che è mio dovere proteggere. I commissari mi hanno detto che nelle prossime ore mi comunicheranno le controproposte di Arcelor Mittal, che stanno valutando", ha spiegato il ministro in merito al nuovo piano ambientale che avrebbero presentato gli investitori.
I cittadini hanno postato foto e video, definendo lo scenario "infernale". Il primo a pubblicare su Facebook un’immagine delle polveri è stato il deputato tarantino M5S Giovanni Vianello che ha scritto: "Non saranno le prescrizioni ad impedire gli eventi di malattia e morte. Il mostro va chiuso". Vianello ha poi descritto lo scenario industriale: "Il vento forte che sta soffiando sta alzando le polveri e le sta portando all'esterno della fabbrica. Nonostante l'impressionante nube che fa sembrare questa parte di Taranto al pari di un inferno, non è questa la cosa più pericolosa (il che è tutto dire), bensì le nano particelle di Ipa e diossine che vengono emesse dalle cokerie e dall'agglomerato, molto più letali e non visibili a occhio umano".