L'ODIO DEL WEB

"Naufraga con smalto": la fake news virale su Josefa

Corre da un social all'altro la montatura sulle unghie laccate di rosso della migrante camerunense. Ovviamente lo smalto le è stato messo dopo, una volta salvata. Ma l'odio del web non si placa

© twitter

"E' una naufraga ma con smalto". E' l'ennesimo oltraggio per Josefa, dopo quello di essere stata 48 ore in mare. Sul web circolano post pieni di odio all'indirizzo della migrante camerunense, salvata dagli operatori di Open Arms, e corredati da sue foto con smalto rosso e braccialetti. "E' un'attrice", "non c'è stato alcun naufragio". Una montatura che acquista toni che vanno oltre le fake news, venati di razzismo. La verità è che (ovviamente) Josefa non aveva lo smalto quando è stata soccorsa; glielo hanno messo i soccorritori una volta a bordo della nave della Ong per distrarla e farla parlare.

La fake news corre tra un social e l'altro - "Scappa dalla guerra ma si è pitturata le unghie. Inoltre le mani non hanno l'aspetto spugnoso tipico di chi resta in acqua per ore", discetta un account su Twitter. La fake news corre tra un post e l'altro, tra un social e l'altro, si colora di complottismo e a tratti trasuda persino cinismo fuori luogo, "si è rifatta le unghie tra un naufragio e l'altro", "funziona come Cocoon, dopo 48 ore in acqua sei più bella".

La verità sullo smalto e sui braccialetti - La verità la racconta Annalisa Camilli, giornalista dell'Internazionale che era a bordo dell'Open Arms quando hanno soccorso Josepha: "Ha le unghie laccate perché nei quattro giorni di navigazione per raggiungere la Spagna le volontarie di Open Arms le hanno messo lo smalto per distrarla e farla parlare. Non aveva smalto quando è stata soccorsa, serve dirlo?". A riprova la foto del salvataggio della donna dove chiaramente non ha smalto, né braccialetti.

Ma neanche questo placa l'odio in Rete - "Sulla nave Open arms ci si diletta con lo smalto", ironizza qualcuno e subito sotto accusa finiscono i volontari di Open Arms "colpevoli" di avere lo smalto a bordo e di aver regalato un attimo di umanità, di normalità e anche di legittima vanità alla migrante.