uomo del rinnovamento

Marchionne al vertice di Fca: 14 annidi successi e grandi traguardi

Durante la sua permanenza al Lingotto, il manager ha guidato il rilancio del marchio a livello globale grazie a investimenti mirati

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Quattordici anni di successi. Così può essere sintetizzata la permanenza di Sergio Marchionne ai vertici del Lingotto, come amministratore delegato di Fiat prima e di Fiat Chrysler Automobiles poi. Un periodo contraddistinto da investimenti mirati e target finanziari raggiunti, che hanno prodotto come risultato il rilancio del marchio a livello globale.

Quando intraprende l'avventura nel 2004, Marchionne eredita dal suo predecessore Giuseppe Morchio un bilancio che vede ricavi a 47 miliardi di euro, 7 in meno del 2002, con un indebitamento netto intorno ai 15 miliardi e perdite per circa 2 miliardi, un rosso operativo di 500 milioni. Una situazione aziendale da risanare quindi. Obiettivo che, stando al bilancio 2017, si può dire raggiunto: il gruppo mostra ricavi per 110,9 miliardi di euro e profitti per 3,51 miliardi. Inoltre, a metà 2018 il debito netto è azzerato.

Le vendite - In questi ultimi quasi tre lustri, il gruppo torinese ha fatto registrare un'impennata delle vendite. Da 1,7 milioni di unità Fiat Auto nel 2003, ai 4,4 milioni consegnati nel 2017 da Fca.

Capitolo Chrysler - Anno fondamentale è il 2005, quando il manager italo-canadese annuncia 18 miliardi di euro di investimenti, con il lancio di 20 nuovi modelli e il restyling di altri 23. Su tutti la Grande Punto e la Nuova 500. Il passaggio decisivo arriva poi nel 2009, con la "scalata" Chrysler; tra il 2010 e il 2011 altri 8 miliardi di investimenti, nel mezzo della crisi finanziaria mondiale.

Gli investimenti - La necessità di ridurre la capacità produttiva porta alla dolorosa chiusura di Termini Imerese nel 2011, ma successivamente Marchionne annuncia il piano Fabbrica Italia, con 20 miliardi di euro di investimenti per 34 modelli e 17 restyling. Nel 2014, ecco il piano globale da 55 miliardi di euro, di cui 5 per Alfa Romeo.

Ferrari - Nello stesso anno il dirigente diventa anche presidente di Ferrari al posto di Luca Cordero di Montezemolo. La scissione del Cavallino Rampante da Fca che si completa a inizio 2016 con la quotazione a Wall Street (dove Fiat Chrysler aveva debuttato a ottobre 2014). Anche quella targata Ferrari è scommessa vinta visto che gli analisti, al momento della quotazione, assegnavano un valore alla "rossa" tra i 5 e gli 8 miliardi di euro, mentre oggi il marchio capitalizza oltre 22 miliardi di euro con un utile di 537 milioni nel 2017.

L'ultima operazione - L'ultima operazione annunciata da Marchionne, parte del piano 2018-2022, è lo scorporo di Magneti Marelli, previsto entro l'inizio del 2019.