Droni israeliani da un lato e aquiloni incendiari dall’altro. È quella che i giornali locali chiamano "l’intifada degli aquiloni". I gruppi palestinesi di Hamas, decisi a continuare la loro lotta contro Israele dall’interno della Striscia di Gaza, si servono di nuove armi per combattere il nemico. Tra questi gli aquiloni, appunto, ai quali attaccano molotov o piccoli ordigni esplosivi. La nuova strategia prevede anche l’assemblamento di piccoli palloncini aerostatici o di preservativi gonfiabili. Questo ha causato uno spostamento della guerra verso i cieli del Sud.
I palloncini gonfiabili, spinti dal vento, superano la barriera di protezione e cadono nei campi di grano israeliano, bruciando ettari di terreno. Questo non ha solo inasprito ulteriormente gli animi, ma anche causato ingenti danni all’agricoltura (2 milioni di euro secondo le stime del governo).
Pochi giorni fa, la tensione tra Gaza e Israele è salita alle stelle: grazie alla mediazione di Egitto e Onu, si è poi arrivati a una tregua, che prevede anche lo stop dei palloncini incendiari. Un obiettivo ambizioso. Al Zawari, uno dei gruppi supportati da Hamas attivi nella costruzione dei palloni, ha già ripreso il lancio perché nega di aver siglato un accordo. Il Comitato di sicurezza nazionale israeliano è combattutto sui metodi da utlizzare per fermarli. C’è chi vorrebbe abbattere i palloncini e chi aprire il fuoco sui palestinesi.