"Martedì ho scritto la seconda lettera a Juncker e Tusk per chiedere che quel che è avvenuto domenica", cioè la suddivisione dei migranti, "diventi una prassi, affidata non più alle nostre telefonate ai partner, ma a un gabinetto o comitato di crisi sotto l'egida della Commissione Ue, che poi si faccia mediatrice con i vari governi". Lo ha spiegato Giuseppe Conte a "Il Fatto Quotidiano.Nell'intervista il premier guarda anche al suo passato politico:"Votai l'Ulivo di Prodi, una volta credo i centristi (mai FI o An). E il Pd fino al 2013. Ma poi, deluso, mi sono ravveduto. Nel 2018 ho votato M5S. Perché? Già l'Italicum non mi piaceva, ma la goccia che fece traboccare il vaso fu la riforma costituzionale. Al referendum votai No".
Indica poi in Aldo Moro il suo modello di premier, dichiarandosi lui stesso "credente". E fra i viventi? "Senza offesa per nessuno, sempre Moro".
Ridurre le partenze e i morti in mare - "Col ministro Salvini non parliamo di scelte lessicali, ma non mi pare una persona indifferente a certi valori", spiega il premier. "Per noi parla la nostra politica, finalizzata a ridurre le partenze e dunque i morti in mare, evitando di metterci ogni volta dinanzi a un drammatico dilemma morale. Se poi, come confido avverrà, altri Paesi extraeuropei accetteranno di creare non hotspot, ma centri di protezione per esaminare le richieste di asilo, i veri profughi che avranno diritto di venire in Europa potremo portarli direttamente noi, con corridoi umanitari, stroncando il traffico degli scafisti".
Rivoluzione fiscale - Tra le priorità del governo c'è anche la riforma del fisco. "Abbiamo in cantiere una riforma organica, direi rivoluzionaria, basata su due aliquote e una no tax area. Consentiremo a chi ha col fisco pendenze senza colpa di azzerarle. La Costituzione impone giustamente la progressività fiscale e noi la rispetteremo". E ggiunge: "Giuro che non ci sarà nessun condono come in passato, cioè interventi una tantum a quadro normativo invariato. Si azzera tutto, quale premessa necessaria e imprescindibile della riforma. Si ricomincia su basi nuove e si aumentano le pene per gli evasori".
Tria non è in bilico - Il premier Conte rassicura anche sul ministro dell'Economia Giovanni Tria: "Lui è il Cerbero che deve far di conto. È il suo mestiere, nessun allarme. Voi non ci crederete, ma sono testimone diretto dei Consigli dei ministri: malgrado le voci di liti, non sono mai volate parole grosse o insulti. Se poteste assistere, vi annoiereste mortalmente. Per ora andiamo tutti d'accordo: anche quando ci sono posizioni diverse, la mia mediazione di giurista pragmatico vince sempre. E pure chi sembra più esuberante poi si rivela più ragionevole di quel che si dice".
Euro irreversibile - Sull'uscita dall'euro Conte spiega: "Non mai avuto nè io nè i miei ministri intenzioni del genere. Io lavoro al Cigno Bianco, cioè ad agire con responsabilità per prevenire con la stabilità dei conti qualunque valutazione di inaffidabilitàche possa innescare tempeste finanziarie. L'Italia èsolida e stabile, il debito pubblico è alto ma sostenibile. L'euro per noi è irreversibile".