PARLA IL PREMIER

Migranti, Conte: "Nessuna strada per l'inferno, scelta la legalità"

Il premier invia una lettera al suo omologo ceco, Babis, nella quale, pur accogliendo le linee generali del Viminale, sembra smarcarsi da Salvini

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"Nessuna strada verso l'inferno", piuttosto abbiamo scelto la strada maestra della legalità, della responsabilità condivisa della gestione del fenomeno migratorio". Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in una lettera inviata al premier della Repubblica Ceca Andrej Babis, che aveva parlato di "strada verso l'inferno" riferendosi alla gestione italiana dei 450 migranti soccorsi nel Mediterraneo.

Incassa la fiducia di Salvini, accoglie le linee generali del Viminale, ma procede con un suo "protocollo" che è fatto di dialogo con i "volenterosi" e di richiesta di rispetto nei confronti della gestione italiana sull'emergenza migratoria. La cartina di tornasole del "metodo" di Giuseppe Conte è la lettera che il premier italiano ha inviato al suo omologo ceco, Andrej Babis, che domenica scorsa aveva parlato di "strada verso l'inferno" con riferimento alla gestione italiana dei 450 migranti.

Il presidente del Consiglio spiega che "con la collaborazione di diversi Stati" l'Italia ha potuto "salvare vite umane con modalità rispettose dei diritti delle persone" e ottenendo, per la prima volta, che gli sbarchi in Italia venissero considerati sbarchi in Europa. La strada, quindi, non è quella "verso l'inferno", ma, secondo il premier è la via "maestra della legalità", della "responsabilità condivisa" e "dell'azione concreta, focalizzata e di matrice autenticamente europea".

La strategia di Conte appare chiara: non si può più fare da soli, si deve cercare di imporre la strategia italiana. E ancora: non minacce planetarie, ma dialogare e spiegare anche ai Paesi di Visegrad (che hanno già fatto della chiusura il loro tratto distintivo) che bisogna affrontare il fenomeno "in una logica strutturale anziché emergenziale" più rivolta alla realtà, "alle sue prospettive e alle sfide concrete". Perché, è il ragionamento di Conte, che così detta la linea del suo metodo senza minacce, bisogna "considerare gli sviluppi futuri, che si ricollegano al tasso di crescita dell'economia mondiale e alle linee dello sviluppo demografico degli altri continenti". Mettendo da parte i toni aggressivi del ministro dell'Interno, il premier sta assistendo alla nascita di un ideale fronte europeo che di fatto si sta facendo carico di una situazione. E infatti saluta Babis invitandolo a Roma "per confrontarci e approfondire l'approccio europeo proposto dall'Italia".