Le autorità federali americane hanno arrestato una donna russa con l'accusa di spionaggio. Maria Butina, 29 anni, la presunta 007, lavorava per un rappresentante russo legato al Cremlino con l'obiettivo di infiltrarsi in organizzazioni politiche. Il caso non rientrerebbe però nell'ambito dell'inchiesta Russiagate. Butina aveva legami con la Nra (National Rifle Association), la potente lobby americana delle armi.
Secondo gli inquirenti, Maria Butina "stava sviluppando relazioni con americani e si stava infiltrando in organizzazioni che hanno influenza nella politica americana, con l'obiettivo di far avanzare gli interessi russi".
Butina è stata arrestata nella capitale americana, è comparsa in tribunale ma non ha proferito parola. Un'udienza è stata fissata per mercoledì. La 29enne "lavorava per un rappresentante di alto livello del governo russo che era stato in passato membro della legislatura della Federazione Russa e successivamente era diventato un rappresentante di alto livello della Banca Centrale Russa", ha sottolineato il dipartimento di Giustizia nella sua comunicazione. Non si fanno nomi, ma la pubblicazione "The Hill" ricorda che all'inizio di quest'anno i democratici della commissione Giustizia del Senato chiesero e ottennero documenti che facevano riferimento alla possibilità che la Russia avesse usato la Nra "per finanziare segretamente la campagna per l'elezione di Donald Trump" e il nome di Maria Butina era emerso anche in quell'occasione, insieme con quello di Alexander Torshin, il vicegovernatore della Banca Centrale russa, indicate come persone di interesse.
Butina lavorava come assistente di Torshin, scrive The Hill. Il Guardian sottolinea che Torshin incontròDonald Trump Jr per cena alla convention della Nra del 2016 e che l'ex banchiere è da aprile oggetto di sanzioni.