Dal 2012 a oggi sono oltre 74mila gli abitanti che hanno lasciato il borgo d’origine e si sono trasferiti in zone più grandi. Sono 5.544 questi piccoli Comuni distribuiti su tutto il territorio nazionale, che ospitano il 16,4% della popolazione. Un numero impressionante se si pensa che oltre duemila sono suddivisi tra Lombardia e Piemonte.
Ma il dato più allarmante, come sottolineato dall’Anci in occasione della XVIII Assemblea annuale dei piccoli Comuni, riguarda lo spopolamento di questi centri. Ma da cosa è generato questo fenomeno? Il lavoro è sicuramente una delle cause principali. Famiglie e giovani in primis sono costretti ad andare laddove ci sono servizi e utenze più efficienti.
È quanto accaduto a un piccolo Comune piemontese della provincia di Vercelli: Ghislarengo. Con più di 800 abitanti per una superficie di 12 km2, negli ultimi anni il Centro è stato privato di alcuni servizi. Dal 2013, infatti, è stata soppressa la fermata lungo la linea Biella-Novara. “Si tratta di una problematica piuttosto seria – racconta a Tgcom24 Mattia Alosi, assessore del Comune di Ghislarengo – La chiusura della ferrovia e il servizio di pullman poco efficiente hanno generato una forte migrazione di giovani universitari, che adesso sono costretti ad allontanarsi dal proprio paese di origine per trovare case in città come Milano e Novara”.
Sebbene manchino molti servizi, non si tiene molte volte conto che in questi piccoli Comuni italiani la qualità della vita è migliore, come sottolineato dal dettagliato report dell’Anci. All’aria più salutare si aggiungono immobili meno cari, case più grandi e un costo della vita nettamente inferiore. Ciò si traduce in una vita più propensa ai rapporti sociali e meno soggetta a stress.
Questi aspetti trovano conferma nei Comuni che hanno fino a 2mila abitanti, dove il 70% della popolazione si ritiene più soddisfatto della propria quotidianità. Se è vero che i numeri dell’esodo sono piuttosto allarmanti, chissà se tra qualche anno non si riscoprirà il piacere di una vita più tranquilla e meno frenetica. Quello che bisogna assicurare, però, sono certamente la qualità e l’efficienza dei servizi.