"Io credo che se il presidente è intervenuto bisogna rispettare le sue decisioni". Così il vicepremier Luigi Di Maio, parlando della vicenda dei migranti soccorsi dal mercantile Vos Thalassa e poi recuperati dalla nave Diciotti della Guardia costiera. Dopo il "no" allo sbarco del ministro dell'Interno Matteo Salvini, la situazione è stata "sbloccata" dall'intervento di Sergio Mattarella.
Il braccio di ferro sulla Diciotti - I 67 migranti a bordo della Diciotti sono sbarcati giovedì sera, attorno alle 23, a Trapani, dopo un lungo braccio di ferro: la nave della guardia costiera, sulla quale erano state trasbordate le persone soccorse dal rimorchiatore Vos Thalassa, era giunta nel primo pomeriggio ma il ministro Salvini aveva bloccato lo sbarco in attesa di chiarimenti sulle presunte minacce da parte di due migranti (che non volevano essere consegnati alla Guardia costiera libica) all'equipaggio della Vos Thalassa. Per ragioni di "ordine pubblico", ha spiegato il ministero dei Trasporti, era quindi fatta intervenire la Guardia costiera italiana.
Preoccupato per la sorte delle persone a bordo, tra cui donne e bambini, il Colle ha contattato Palazzo Chigi e nella serata di giovedì il premier Conte ha annunciato lo sbarco. I due migranti, presunti autori delle minacce, sono stati indagati.
Salvini non molla: "Andrò fino in fondo" - E sulle presunte responsabilità di alcuni dei migranti a bordo, che avrebbero minacciato l'equipaggio della Vos Thalassa rendendo necessario l'intervento della Guardia costiera italiana, Matteo Salvini non molla. Sulla Diciotti "andrò fino in fondo, fino a quando qualcuno non verrà assicurato alla giustizia", ha detto, sottolineando di essere "ministro dell'Interno" e quindi di essere pronto a fare "di tutto per difendere la sicurezza degli italiani, quello che sto facendo è bloccare partenze, sbarchi e morti".
Salvini: "Mattarella non si è mai intromesso con il mio ruolo di ministro" - Quanto all'intervento di Mattarella, Salvini ha sottolineato che il presidente della Repubblica "non si è mai intromesso in quello che io ho fatto come ministro dell'Interno. Io non ho niente da chiarire, se comunque Mattarella vuole capire cosa ho fatto io sono a disposizione, ma la lotta ai clandestini è una delle priorità del Paese. L'unica cosa che mi farebbe arrabbiare è che tutti gli sbarcati della Diciotti finissero a piede libero, qualcuno deve pagare, ci deve esser certezza della pena. Mi auguro la procura faccia in fretta, non può finire a tarallucci e vino".
Anm: "Stop a interferenze nel lavoro dei pm" - Sulla vicenda è intervenuta anche l'Associazione nazionale magistrati. "Il lavoro dei magistrati della Procura di Trapani venga lasciato proseguire senza interferenze", ha fatto infatti sapere l'Anm, sottolineando di ritenere ogni richiesta di intervento "ingiustificata e non in linea con i principi di autonomia e indipendenza fissati dalla Costituzione, cui tutti devono attenersi".