Roger Waters, uno show kolossal tra classici e politica per restare umani
Grande successo per la data dell'"Us+Them Tour" al Lucca Summer Festival
Il Lucca Summer Festival si regala una serata da ricordare con la prima delle due date italiane della tranche all’aperto dell’"Us+Them Tour" di Roger Waters. Grande successo per uno spettacolo kolossal, fortemente politico, in cui si mescolano i classici dei Pink Floyd con i brani del repertorio solista di Waters.
Se già le date primaverili nei palazzetti avevano entusiasmato, con lo show alle mura di Lucca, davanti a 25mila spettatori, si è capito come questa produzione in grandi spazi aperti sprigioni tutta la sua forza espressiva e spettacolare. La stazione di Battersea (immortalata sulla copertina di “Animals”) che si materializza con il corpo rappresentato dal mastodontico mega schermo e quattro ciminiere fumanti che svettano sopra di esso, con tanto di maiale volante in mezzo; il prisma di " Dark Side of The Moon" creato da fasci di luce sulla testa degli spettatori del pit; i fuochi d’artificio finali. Tutto poggiato su un suono strepitoso, quasi incredibile in un’arena all’aperto, nella sua nitidezza e definizione realizzato grazie alla quadrifonia delle 12 torri piazzate a ogni angolo dell’arena.
Ma soprattutto l’"
Us+Them 2018" non è puro entertainment ma uno show costruito su un’idea forte, di protesta e speranza al tempo stesso. Quella racchiusa tra il visual che anticipa il concerto vero e proprio, dove una donna seduta scruta l’orizzonte di una spiaggia sterminata, e quello finale, dove la stessa donna abbraccia una bambina. In mezzo uno spettacolo con una parte centrale dall’impatto
devastante.
Il primo blocco di canzoni è incentrato principalmente su estratti da “
The Dark Side of The Moon”: si apre con “Breathe”, si preme sull’acceleratore con il basso pulsante di “One of These Days” per poi correre con “Time” e lasciare il campo alla poesia di “The Great Gig In The Sky”. Tutto perfetto, fin troppo, al punto che lo show sembra andare con il pilota automatico e la temperatura rimane a livello di guardia. Ma sono solo le premesse per l’affondo: un primo cambio di marcia si ha con “Wish You Were Here”, “The Happiest Days of Our Life” e “
Another Brick On The Wall”. Per l’occasione sale sul palco un gruppo di bimbi di Lucca, selezionati per la coreografia sul coro.
Dopo la pausa lo spettacolo decolla definitivamente. La stazione di Battersea erompe dal mega schermo e la doppietta da “Animals” costituita da “Dogs” e “Pigs (Three Different Ones)“, seguita da “Money”, è da knock out. L’obiettivo principale è Donald Trump, il più pericoloso tra i maiali per Waters, ma nei visual sono tanti i grandi della Terra a scorrere. La band gira a mille (con un
Dave Kilminster perfetto nel riprodurre i solo di David Gilmour mentre a
Jonathan Wilson tocca ereditarne le parti vocali). Anche i brani dall’ultimo album di Waters, “Is This The Life We Really Want?” si incastrano bene nella scaletta, con il loro sound vintage perfettamente organico ai classici dei Floyd. È il caso di “Smell The Roses”.
Un maiale intanto sorvola il pubblico con la scritta “
Stay Human - Restiamo umani”. Esplicita il senso dello show, insieme alle scritte contro tutti i fascismi e i razzismi e l’invito a resistere a tutto questo, che scorre sullo schermo durante l’intervallo.
“
Brain Damage” ed “
Eclipse” chiudono di fatto il set mentre il prisma luminoso di Dark Side lascia tutti con il naso all’insù. Prima di congedarsi con “
Confortably Numb” Waters si concede un lungo discorso in difesa dei
profughi palestinesi. “A volte mi criticano per questi discorsi - dice - ma dobbiamo ricordarci che ogni essere umano, di qualsiasi razza o religione, deve avere gli stessi diritti umani e civili”.
Si replica il 14 luglio al Circo Massimo di
Roma.
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