Migrante espulso dalla Germania si suicida, è polemica su Seehofer
Chieste le dimissioni del ministro che aveva fatto una battuta su 69 afghani rimpatriati (tra cui il suicida). La replica: "Non è colpa mia"
Bufera in Germania intorno al ministro dell'Interno Horst Seehofer. Il 10 luglio il leader della Csu aveva detto di aver festeggiato il suo 69esimo compleanno con il rimpatrio di 69 migranti afghani. Il giorno dopo uno di loro è stato trovato morto suicida in un albergo di Kabul. E sono così scoppiate le polemiche su Seehofer, con la richiesta da più parti di sue dimissioni.
"E' arrivato il momento che Seehofer se ne vada", ha detto Jan Korte del partito di estrema sinistra Die Linke. Protestano anche i Verdi. "Seehofer non ha fallito solo moralmente, semplicemente non ha capito il principio del primo articolo della nostra Costituzione", ha affermato il deputato di origine iraniana Omid Nouripour. Ma il ministro si difende: "Non è colpa mia".
Bilaterale Salvini-Seehofer: "Obiettivi comuni" - Intanto a Innsbruck si è tenuto un bilaterale tra il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, e il collega tedesco Seehofer. "Con la Germania abbiamo obiettivi comuni: memo sbarchi, meno morti, meno immigrati", ha detto il vicepremier, sottolineando che tali obiettivi si raggiungono innanzitutto con il "supporto europeo" per il controllo delle frontiere esterne e "rivedendo le regole delle missioni europee nel Mediterraneo che portano tutti i migranti in Italia".
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