"BISOGNA FARLA SBARCARE"

Migranti, la Diciotti sbarcherà a Trapani | Di Maio: inimmaginabile chiudere i porti a una nave italiana

Salvini avverte: "Se a bordo c'è gente che ha minacciato e aggredito, quelle persone finiranno in galera"

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Si sblocca il caso della nave Diciotti, che ha avuto il permesso di attraccare a Trapani. Sulla questione Di Maio aveva detto: "Se una nave italiana è intervenuta in una situazione da chiarire, bisogna farla sbarcare. Non è immaginabile chiudere l'ingresso a una nave italiana, ma condivido tutte le perplessità di quanto accade nel Mediterraneo".  I 67 migranti a bordo erano stati occorsi al largo della Libia dal rimorchiatore italiano Vos Thalassa.

A indicare Trapani come porto di sbarco per l'imbarcazione, che arriverà giovedì mattina, è stato il Viminale al termine di una vicenda che ha scatenato forti tensioni all'interno del governo. Al momento la Procura di Trapani non ha aperto alcuna indagine sulla presunta aggressione subita da alcuni membri dell'equipaggio del mercantile Vos Thalassa da parte di un gruppo di migranti soccorsi al largo delle Libia. Fino all'arrivo a Trapani, infatti, i pm non hanno radicata la competenza a indagare sulla vicenda. La polizia ha, di sua iniziativa, inviato agenti sulla nave per ricostruire quanto accaduto a bordo.

Di Maio: "Con Salvini perplessità condivise" - Con Salvini, ha precisato Di Maio, "condividiamo le stesse perplessità". "I nostri porti non sono chiusi, ma lo sono per quelle Ong che non rispettano le regole". Per noi comunque "prima viene la Guardia costiera libica" poi "interveniamo noi" ma "se si tratta di una missione europea allora i migranti devono essere distribuiti nei vari Paesi".

Il chiarimento da parte di Di Maio è arrivato dopo lo "scontro" Toninelli-Salvini in seguito alla decisione della Guardia costiera italiana di prendere a bordo della Diciotti i migranti soccorsi dal mercantile Vos Thalassa al largo delle coste libiche. "Hanno anticipato la Guardia costiera libica, già allertata" aveva tuonato martedì Matteo Salvini, decidendo poi il blocco per la nave italiana. Successivamente si era chiarito che in realtà i nostri militari erano intervenuti per la situazione di grave pericolo dell'equipaggio della Vos Thalassa, minacciato da alcuni dei migranti, e Toninelli aveva spiegato: "Era una questione di ordine pubblico, non era l'ennesima operazione di soccorso in mare. Per questo sono entrati in gioco i nostri militari".

Salvini: "Dovranno scendere in manette" - Il ministro dell'Interno però interviene di nuovo dicendo: "Se su quella nave c'è gente che ha minacciato e aggredito, quelle persone non finiranno in albergo ma in galera, quindi non autorizzerò lo sbarco finché non avrò garanzia che delinquenti, perché non sono profughi, che hanno dirottato una nave con violenza, finiscano per qualche tempo in galera e poi vengano riportati nel loro Paese. Prima di concedere qualsiasi autorizzazione attendo di sapere nomi, cognomi e nazionalità dei violenti dirottatori, che dovranno scendere dalla nave Diciotti in manette".

Trenta: "La strada non è chiudere i porti" - E' favorevole all'accoglienza il ministro della Difesa Elisabetta Trenta che, sul caso Diciotti, afferma: "Il Mediterraneo è sempre stato un mare aperto e continuerà a esserlo. L'apertura è la sua ricchezza. La strada è regolamentare, non chiudere. La parola accoglienza è bella, la parola respingimenti è brutta. Poi accogliere si può declinare in mille maniere. E si può, anzi si deve, legare accoglienza a legalità". Poi precisa, in un post su Facebook: "Qualcuno si diletta a strumentalizzare le mie parole nel tentativo di metterci l'uno contro l'altro. Mi dispiace deludervi: non ci riuscirete. In questo governo possono esserci sensibilità diverse, ma remiamo tutti nella stessa direzione. Sui migranti, rispetto dei diritti umani e legalità".

Precisa inoltre che "la vicenda della Lifeline racconta un'altra storia e ha dimostrato che serviva dare una scossa all'Europa. La forzatura ha avuto un senso, una sua forza, ma nessuno ha mai abbandonato i migranti. La nostra Guardia costiera è sempre stata vicina a quegli uomini, a quelle donne e a quei bambini. L'Italia non si gira dall'altra parte. Non l'ha fatto e non lo farà".