"Nessuno può vietare a un barcone di attraccare. La convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati prevede il diritto al non respingimento". Lo ha detto il magistrato Armando Spataro, procuratore capo a Torino, durante l'incontro sulle nuove linee guida dell'ufficio in materia di reati di odio razziale. "Ragionando per assurdo, se un barcone arrivasse a Torino e qualcuno impedisse a chi sta sopra di scendere, avvierei accertamenti", spiega.
"La convenzione di Ginevra del 1951 - ha quindi spiegato Spataro - prevede il diritto al non respingimento: chi chiede asilo ha diritto che la sua posizione venga vagliata con serietà. Dunque, se per ipotesi un barcone arrivasse ai Murazzi bisognerebbe verificare chi è a bordo, da dove arriva, cosa chiede. Non si può respingere tout court un immigrato che chiede ospitalità e asilo".
Crescono i reati di odio etnico, razziale e religioso - Il procuratore Spataro, si è poi detto preoccupato dalla "crescita" dai reati di odio etnico, razziale e religioso che avvengono nel territorio di sua competenza: Torino e circondario. "Minacce, aggressioni, scritte, il tutto accompagnato dalla passività delle persone presenti". Casi raccontati anche dai media. Come i manifesti e gli striscioni che intimano gli immigrati di "tornare a casa" spuntati per mano di organizzazioni di estrema destra. O gli insulti lanciati ai passeggeri degli autobus. "Non tocca a noi - ha detto Spataro - intervenire nell'analisi politica e sociale, ma come Procura dobbiamo dare una risposta a questi reati odiosi e insopportabili".
Quanto alla nuova organizzazione del lavoro annunciata, i fascicoli saranno "trattati come prioritari", non verranno considerati fatterelli da archiviare per tenuità del fatto (salvo casi particolari) e saranno gestiti da pm che scenderanno personalmente in tribunale a sostenere l'accusa, senza lasciare l'incombenza ai viceprocuratori onorari.
Salvini: "Spataro pensa che possiamo ospitare tutta l'Africa?" - "Forse il procuratore capo di Torino pensa che l'intera Africa possa essere ospitata in Italia? Idea bizzarra". Così il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, aggiungendo che "chiudere i porti non è un diritto ma un dovere. Se poi qualche magistrato la pensa diversamente, si candidi alle prossime elezioni".