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Thailandia, 4 ragazzi usciti dalla grotta: gli altri saranno tratti in salvo lunedì

Attesa per la ripresa dei soccorsi, interrotti per motivi logistici: nella grotta rimangono ancora otto ragazzi e il loro allenatore ma sono riprese le piogge

-afp

I primi quattro ragazzi, bloccati da oltre due settimane insieme agli altri compagni di squadra e al loro allenatore nelle grotte di Tham Luang in Thailandia, sono usciti. "Sono al sicuro e stanno abbastanza bene", ha riferito il capo della polizia locale. Attesa per la ripresa dei soccorsi, interrotti per motivi logistici: nella grotta rimangono ancora otto ragazzi e il loro allenatore.

Il salvataggio dei primi quattro ragazzi - L'ordine per far partire il recupero dei ragazzi è partito domenica alle 10 (ora italiana): dopo 7 lunghissime ore gli applausi e le grida di gioia hanno spezzato l'ansia e l'angoscia: dall'ingresso della grotta sono uscite le prime due barelle, dopo non molto altre due. I primi quattro ragazzini sono in salvo. E tra loro anche il più piccolo, di appena 11 anni. I sub, due per ogni ragazzino da recuperare, sono andati a prenderli e li hanno portati fuori. Stanno abbastanza bene, anche se per uno di loro, in condizioni "serie" ma non in pericolo di vita, è stato necessario il trasporto in eliambulanza all'ospedale.

Dopo due settimane sottoterra, i quattro ragazzi recuperati sono stati subito trasportati all'ospedale Prachanukroh di Chiang Rai, a oltre 60 chilometri. I primi due sono riemersi in stretta successione attorno alle 17:40 locali (le 12:40 in Italia), gli altri sono stati portati fuori due ore dopo. L'ottavo piano dell'ospedale è stato riservato a loro, e almeno per un giorno saranno tenuti in isolamento tra di essi ma anche dai genitori, per precauzione contro possibili infezioni.

Il governatore Narongsak Osanakorn, che dirige i soccorsi, aveva annunciato il blitz nella mattina di domenica dando come orario minimo di uscita le 21 locali. E' evidente che le condizioni del percorso si sono rivelate migliori di quanto si pensasse. Solo nel primo chilometro, il più duro, è stato necessario immergersi. Una volta raggiunta la "terza caverna", ossia la base intermedia dei soccorsi più vicina al gruppo dei ragazzi, il resto del tragitto è ora percorribile a piedi. Era la situazione migliore degli ultimi giorni, dopo che nella giornata di sabato il livello dell'acqua era sceso di trenta centimetri.

"Pausa" per motivi logistici, lunedì ripartono i soccorsi - Ora si aspetta e si spera, tra l'ottimismo, per gli altri 9 del gruppo, compreso l'allenatore. Salvati i primi quattro, si è infatti resa necessaria una pausa per motivi logistici. "Abbiamo usato tutto l'ossigeno", ha detto Narongsak, senza specificare se si tratta di quello delle bombole o dell'aria nella grotta; in ogni caso, il responsabile dei soccorsi non ha espresso preoccupazione per le condizioni dei rimanenti otto ragazzi e del loro allenatore da qui all'inizio della seconda parte dell'operazione, che avverrà lunedì. Serve una pausa di "10-20 ore", ha detto Narongsak, spiegando la volontà di ricreare le stesse condizioni esistenti nella mattinata di domenica prima del via libera al recupero.

Una possibile complicazione è data dal fatto che domenica sera sull'area è caduta una pioggia battente, ampiamente preannunciata. Ciò potrebbe far salire il livello dell'acqua nella grotta.

Il successo di una squadra internazionale - L'impresa di domenica è stata il frutto di uno straordinario sforzo di cooperazione internazionale, con 50 sub stranieri e 40 thailandesi, tra cui un'unità di "all-star" di 13 stranieri e cinque Navy Seal thailandesi che sono quelli impegnati nel tratto di percorso più duro, il primo chilometro dalla banchina fangosa dove il gruppo era bloccato da oltre due settimane. Mancano ancora decine di ore di immane sforzo collettivo tra cunicoli ancora semi-sommersi con la responsabilità di far riemergere ragazzi ancora debilitati.

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