Era il 9 luglio 1978 quando Alessandro Giuseppe Antonio Pertini, detto Sandro, prestò giuramento come settimo Presidente della Repubblica italiana. Le votazioni erano iniziate il 29 giugno, dopo le dimissioni del democristiano Giovanni Leone: il suo nome venne proposto dal segretario del PSI Bettino Craxi, ma solo dopo quindici scrutini le forze politiche riuscirono ad accordarsi sul nome di Pertini e l'8 luglio con l'82,3% della maggioranza a suo favore, la più alta nella storia dello Stato, venne eletto Presidente.
Pertini prestò giuramento il 9 luglio: "Adesso so che le conseguenze di ogni mio atto si rifletteranno sullo Stato, sulla nazione intera. Da qui il mio doveroso proposito di osservare lealmente e scrupolosamente il giuramento di fedeltà alla Costituzione, pronunciato dinanzi a voi, rappresentati del popolo sovrano".
La sua presidenza fu contraddistinta da molti momenti drammatici per l'Italia: il 2 agosto 1980 una bomba scoppiò alla stazione ferroviaria di Bologna causando la morte di 85 persone e il ferimento di oltre 200 passanti. Pertini partecipò ai funerali di Stato e fu l'unica carica istituzionale a ricevere gli applausi dalla folla presente in piazza: "Non ho parole, siamo di fronte all'impresa più criminale che sia avvenuta in Italia".
Il 23 novembre 1980 un terribile terremoto colpì l'Iripinia uccidendo quadi 3mila persone: il Presidente si recò in elicottero sui luoghi della tragedia parlando con le vittime di quel sisma e visitando i paesi colpiti. Le terribili condizioni degli abitanti di quei luoghi e il dolore per quelle morti, gli fecero denunciare, in un discorso pubblico rivolto agli italiani, il ritardo nei soccorsi e le inadempienze di chi avrebbe dovuto aiutare fin da subito.
Queste tragedie, però, non furono gli unici momenti significativi durante il mandato di Pertini: nel 1982, infatti, l'Italia vinse i Mondiali di calcio. L'amore per la sua patria e la passione calcistica si unirono in quelle settimane di sfide a pallone mostrando la più alta carica dello Stato esultare di fronte alla televisione ad un goal degli Azzurri, come un qualsiasi italiano stava facendo in quel preciso istante al bar insieme agli amici. Un Pertini inedito, fuori dal suo ruolo politico, ma proprio per questo più vero.
Restò in carica fino al 29 giugno 1985 quando si dimise per permettere a Francesco Cossiga di insediarsi immediatamente: da quel momento divenne senatore a vita senza svolgere però nessuna attività politica. Nella notte del 24 febbraio 1990, nella sua casa a Roma, morì all'età di 93 anni: come da sua volontà non ci fu nessun funerale, solo una cremazione. Solo una folla, muta, si radunò pian piano che la notizia si diffondeva sotto il suo appartamento.
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