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Thailandia: la soglia critica per l'ossigeno è 8%, ma effetti già al 15%

L'esperto: "Intorno all'8% otto minuti sono quasi sempre fatali, con il 6% invece si muore in pochi secondi"

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La soglia critica letale per la percentuale di ossigeno nell'aria è l'8%, ma già al 15% ci sono i primi effetti per l'organismo, "soprattutto stanchezza e alterazione dell'attenzione", che potrebbero pregiudicare le operazioni di salvataggio. Lo afferma Andrea Scapigliati dell'Istituto di Anestesia e Rianimazione dell'Università Cattolica di Roma, commentando le notizie sui ragazzi intrappolati in una grotta in Thailandia.

"La possibilità di sopportare carenze di ossigeno dipende da una serie di fattori - spiega l'esperto -, dall'altitudine alla quantità di vapore acqueo. In parte anche lo stato nutrizionale conta, perché può influenzare la quantità di emoglobina, la proteina che trasporta l'ossigeno, nel sangue".

"Fino al 19% - dice Scapigliati - chi sta bene non ha effetti collaterali, dal 15% al 19% può esserci già una alterazione dell'attenzione e un aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, con una riduzione della capacità di fare sforzi. Tra il 12% e il 15% la capacità si riduce ulteriormente, e aumenta il senso di fatica. Tra il 10 e il 12% è un livello già critico, l'attenzione si riduce drasticamente e ci possono essere danni permanenti, e compaiono nausea e vomito. Sotto il 10% non ci si riesce a muovere, mentre intorno all'8% otto minuti sono quasi sempre fatali. Con il 6% invece si muore in pochi secondi".

I polmoni dei bambini, sottolinea Scapigliati, che è presidente dell'Italian Resuscitation Council, sopportano meglio le carenze. "L'uomo ha un'ampia riserva da un punto di vista fisiologico per sopportare variazioni. Per fortuna i bambini hanno polmoni molto più efficienti, in grado di tollerare bassi livelli di ossigeno".

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