"Ne parlerò con il presidente della Repubblica, garante della Costituzione e dei diritti dei cittadini". A dirlo, tornando sul tema del sequestro di 49 milioni di euro del partito, è il leader della Lega, Matteo Salvini. Il quale spiega che gli parlerà "del fatto che la Lega sarebbe il primo partito in Europa messo fuori legge con una sentenza non definitiva per eventuali errori commessi da qualcuno più di dieci anni fa con cui io non c'entro nulla".
Il vicepremier precisa: "Io rispetto il lavoro della stragrande maggioranza dei giudici, che al 99% fanno bene e obiettivamente il loro lavoro". Ma sottolinea che "se qualcuno dieci anni fa ha speso in maniera errata 300mila euro e verrà condannato in via definitiva, di quei 300mila euro, anche se non c'entro nulla, sono personalmente disposto a farmi carico. Se questo significa attaccare politicamente un partito che sta conquistando la fiducia degli italiani, di questo parlerò con Mattarella: penso sia ancora permesso che il vicepremier possa parlare con il presidente della Repubblica".
Poi conclude: "Starà a Mattarella decidere se c'è in ballo la libertà d'espressione o la democrazia. Mettere fuorilegge un partito per (eventuali) errori di dieci anni fa non garantisce quello spirito di democrazia, libertà e partecipazione popolare su cui si fonda la nostra Costituzione. Io adesso tornerò in ufficio dove, con tutti i miei limiti, cerco di lavorare per la sicurezza di 60 milioni di italiani. Non è possibile che si perda tempo per scelte politiche di qualcuno cui eventualmente il voto degli italiani non va giù. Sono tranquillo, ho voglia di lavorare, ho tante cose di cui occuparmi, a quattrini di cui non so nulla va poco del mio tempo".