La crescita delle metastasi nel cervello provenienti da tumori del polmone e della mammella è facilitata dalla presenza di un fattore molecolare, non tanto sulle cellule tumorali stesse, ma su cellule del cervello sano, che erano considerate una barriera difensiva. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Medicine e condotta dall'Ospedale Molinette di Torino e dal Cnr di Madrid, potrebbe contribuire a migliorare la terapia farmacologica.
Le metastasi cerebrali rappresentano una complicanza sempre più frequente di tumori solidi, come appunto quelli del polmone e della mammella. Purtroppo nel caso delle metastasi al cervello, al di là della chirurgia e della radioterapia, la terapia farmacologica è tuttora limitata e insoddisfacente. Il meccanismo molecolare scoperto, critico per la crescita nel cervello di metastasi provenienti da tumori del polmone e della mammella, potrà rappresentare in futuro un bersaglio terapeutico.
Per arrivare a questo risultato sono stati studiati circa cento campioni di metastasi cerebrali provenienti da interventi neurochirurgici. I ricercatori hanno osservato che i pazienti con espressione del gene detto STAT3 sugli astrociti reattivi (una tipologia di cellule nervose, ndr) sopravvivevano meno. La prossima tappa sarà quella di verificare in studi clinici la possibilità di bloccare con farmaci specifici la STAT3.