IL CASO DI NOEMI CARROZZA

Nuotatrice morta a Ostia, gli inquirenti: "L'incidente non fu colpa delle buche"

Dai rilievi è emerso che nel tratto di strada in cui è avvenuta la tragedia "non sono presenti avvallamenti dell'asfalto o radici"

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L'incidente stradale che il 15 giugno ha causato la morte di Noemi Carrozza, campionessa di nuoto sincronizzato, non sarebbe stato causato dalle cattive condizioni del manto stradale. E' quanto emerge dai primi risultati dei rilievi effettuati dalle forze dell'ordine su delega della Procura di Roma. Secondo gli inquirenti, la tragedia non sarebbe stata causata da buche, avvallamenti dell'asfalto o radici "perché non presenti in quel tratto di strada".

Sulla vicenda i pm di piazzale Clodio hanno avviato un'indagine per omicidio stradale. Le indagini hanno escluso anche che l'atleta, che viaggiava a bordo del suo scooter, si sia scontrata con un altro veicolo. L'autopsia, svolta nelle ore successiva al decesso, ha escluso che la campionessa abbia avuto un malore.

Martedì sui social era apparsa una lettera di Graziella Viviano, mamma di Elena Aubry, la 26enne, infatti morta il 7 maggio mentre percorreva via Ostiense in scooter. "Mia figlia aveva tutto quello che serve a un motociclista per non morire, ma su quella strada c'è tutto quello che può uccidere un motociclista", ha scritto la donna che, nelle settimane passate, aveva già denunciato la pericolosità delle strade della Capitale. "Siamo condannati a muoverci su queste strade e dobbiamo auto-difenderci. Con tre euro di bomboletta spray mia figlia sarebbe ancora viva", ha aggiunto.