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Inps: reddito di inclusione a un povero su tre, servono altri sei mld di euro

Oltre 5 milioni di pensionati ancora sotto i mille euro al mese secondo il Rapporto annuale, secondo il quale il 10% delle pensioni assorbe un quarto della spesa

ansa

Scendono i pensionati sotto i mille euro al mese (il 35,9% contro il 37,5% dell'anno prima), il reddito di inclusione raggiungerà un milione e mezzo di persone contro un totale di 5 milioni di poveri (1,8 miliardi stanziati, ma ne servono altri 6,2), i lavoratori coinvolti nei lavori di gig economy sono tra i 589.040 e i 753.248. E' quanto si legge nel Rapporto Inps, che fotografa la situazione previdenziale in Italia.

Reddito di inclusione al 29% dei poveri - A regime, il reddito di inclusione riguarderebbe un milione e 462 mila persone, pari a 525mila famiglie secondo l'Inps, che sottolinea che la misura raggiungerebbe il 29% dei 5 milioni dei poveri assoluti. Le risorse "direttamente affluenti" ai beneficiari sono pari, si calcola, a circa 1,8 miliardi, ma ne servirebbero altri 6,2 per coprire "sostanzialmente la totalità dei poveri assoluti". Attualmente però a percepire il reddito sono 248mila nuclei familiari, secondo le domande pervenute all'Istituto di previdenza. Ben 175mila di queste famiglie si trovano al Sud e nelle isole, 42.451 al Nord e 30.582 al Centro.

Cinque milioni di pensionati sotto i mille euro - Il rapporto conta 5 milioni e 548mila pensionati sotto i mille euro al mese: si tratta del 35,9% del totale (15 milioni e 488mila), in calo rispetto a quelli dell'anno prima, quando si toccava quota 37,5%. Tra le donne la percentuale sotto i mille euro si alza al 44,8% (3 milioni e 686mila), mentre sono quasi un milione e 114mila (il 7,2%) quelli che percepiscono più di 3mila euro al mese.

Il 58% dei pensionati italiani, quasi 9 milioni di persone, percepisce un assegno mensile inferiore a 1.500 euro lordi, mentre quasi 3,9 milioni incassano un assegno tra 500 e mille euro. Le pensioni sopra i 3mila euro al mese sono percepite da 1,1 milioni di persone, di cui 810mila uomini e 302mila donne.

Al 10% delle pensioni il 25% della spesa - Il 10% delle pensioni di vecchiaia e anzianità/anticipata più elevate assorbe un quarto circa della spesa per le prestazioni, mentre la quota detenuta dall'1% delle pensioni più elevate arriva quasi al 5% della spesa complessiva, sempre secondo il rapporto annuale Inps. Solo il 4,1% delle pensioni attuali sono liquidate interamente con il sistema contributivo, mentre il 13,6% dei trattamenti segue il sistema misto.

Nel 2017 un rosso da 7 miliardi - Il risultato economico di esercizio dell'istituto nel 2016 è stato negativo per 6 miliardi e 984 milioni di euro, in peggioramento rispetto ai 6 miliardi e 220 milioni del 2016. Il patrimonio netto risulta in deficit per 6 miliardi e 906 milioni (l'anno precedente l'avanzo si era ridotto a 78 milioni). Tuttavia, "il legislatore è intervenuto nell'ultima legge di bilancio prevedendo che il debito maturato dall'Inps nei confronti dello Stato fino al 2015 fosse compensato con i crediti vantati nei confronti dello stesso, e che la differenza risultante sia considerata come trasferimento definitivo". La conseguenza, si osserva, tangibile a partire dal 2018, sarà "un miglioramento del patrimonio netto dell'Istituto per un valore intorno ai 60 miliardi di euro, cui si accompagna una rappresentazione più realistica" delle misure di bilancio.

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