Oltre 100 tonnellate di cibo bio irregolare sono state sequestrate dai carabinieri dei Nas nel corso di 186 controlli compiuti fra marzo e maggio nella filiera biologica. Gli accertamenti hanno portato alla scoperta di 1.500 confezioni di alimenti non idonei alla commercializzazione, nell'etichettatura, per la tracciabilità o per ragioni igieniche e di scadenza. Accertate anche 31 irregolarità presso altrettante aziende ed esercizi commerciali.
Tra gli interventi più importanti i carabinieri del Nas di Treviso hanno sequestrato 1.950 chili di materie prime (farine biologiche di varie tipologie) tutte scadute.
Gli alimenti comunemente definiti "biologici" provengono da coltivazioni o allevamenti che utilizzano tecniche agronomiche e zootecniche a basso impatto ambientale, attraverso protocolli produttivi nei quali è vietato o limitato l'impiego di diserbanti, insetticidi o concimi contenenti sostanze di sintesi chimica. Per essere commercializzato come "biologico" un alimento deve essere stato prodotto da aziende certificate da Organismi autorizzati dal ministero dell'Agricoltura che appongono su tali prodotti il loro logo.
A maggio è stata disposta l'immediata chiusura di una ditta della provincia di Milano, attiva nella produzione di alimenti per la prima colazione a base di cereali provenienti da agricoltura biologica e tradizionale. I controlli avevano portato alla scoperta di un'estesa infestazione di roditori presenti nei locali di produzione e in magazzino, con diffusa presenza di escrementi e di foratura degli imballaggi.
I Nas hanno inoltre effettuato un'ispezione presso una ditta di vendita all'ingrosso della provincia di Forlì-Cesena, sottoponendo a sequestro sanitario settemila chili di materie prime (erbe medicinali, sostanze aromatiche) e di integratori alimentari, alcuni da agricoltura biologica, con termine di conservazione superato in alcuni casi da più di un anno. Altri controlli sono stati realizzati ad Aosta e a Brescia. In un caso il titolare di un'azienda agricola è stato denunciato all'autorità giudiziaria per tentata frode nell'esercizio del commercio, per aver messo in vendita alimenti falsamente bio.