A giugno l’indice PMI manifatturiero di IHS Markit ha registrato un nuovo aumento, passando dai 52,7 punti di maggio a 53,3 punti. Continua infatti a migliorare la crescita del settore manifatturiero italiano, riflettendo il buon andamento che ha interessato sia la produzione che i nuovi ordini.
“Gli ultimi dati - si legge nel report - hanno indicato come la produzione è aumentata in linea con la tendenza dell’indagine, mentre i nuovi ordini sono aumentati al tasso maggiore da marzo. Le imprese campione hanno riportato un miglioramento della domanda, specialmente dai mercati europei chiave». DI conseguenza un miglioramento ha interessato i livelli occupazionali, consentendo alle aziende di “tenere sotto controllo il loro volume di affari”.
Tuttavia, ha sottolineato Paul Smith, direttore di IHS Markit, “anche se le aziende manifatturiere sono rimaste abbastanza ottimiste circa la sostenibilità della crescita, con inoltre aumenti occupazionali notevoli, persistono rischi. L’ottimismo circa l’attività futura è peggiorato al livello più basso in più di cinque anni e aumenta la pressione dei costi, specialmente il prezzo dell’acciaio ha registrato a giugno un aumento”.
Per quanto riguarda invece l’Eurozona, nell’arco dello stesso mese la società londinese ha registrato un rallentamento dell’attività. L’indice PMI è infatti sceso a 54,9 punti dai 55,5 di maggio e dai 55 della stima flash.
Sia la produzione che i nuovi ordini, spiega Markit, hanno registrato un forte rallentamento della crescita da fine 2017, con i tassi di giugno risultati i più deboli rispettivamente da novembre 2016 e agosto 2016.