"Se l'Italia si presenterà all'appuntamento con Bruxelles con dati vistosamente fuorvianti rispetto al percorso di aggiustamento che avevamo faticosamente negoziato e concordato in tutti questi anni, il rischio di procedure d'infrazione mi sembra inevitabile". E' quanto ha dichiarato l'ex ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, aggiungendo: "Il vincolo europeo, ci piaccia o no, esiste ed è determinante".
"Sento parlare di un deficit/Pil al 2,6-2,7% anziché lo 0,9 previsto per il 2019: bene, se nella nota di aggiornamento al Def verranno inserite cifre del genere, da trasporre poi nella legge di Bilancio, prima ancora che Bruxelles esprima il suo giudizio formale ci puniranno duramente i mercati. Non dimentichiamo che lo spread già è salito di 100 punti base secchi al solo vociferare di iniziative avventurose", ha sottolineato Padoan intervistato da La Repubblica.
"Tria è un serio, qualificato e lucido economista. Il problema sono le idee che circolano fra gli altri membri del governo e la loro sistematica contraddittorietà", ha aggiunto. "Dicono che per finanziare flat tax, riforma della Fornero, reddito di cittadinanza e chissà cos'altro, faranno affidamento sul taglio degli sprechi e sulla lotta all'evasione. Senonché mentre proclamano il contrasto all'evasione fiscale impediscono o perlomeno rallentano l'introduzione dello split payment".
Ma "quello che è intollerabile - ha affermato Padoan - è quell'obbrobrio che loro chiamano pace fiscale e che invece è un condono bello e buono. I governi passati si erano impegnati a far scomparire dal menù degli strumenti disponibili la parola 'condono' e i suoi equivalenti. Sarebbe davvero una colpa imperdonabile mandare al macero questo principio, così come altre misure di successo".