ILLECITI E "PREALLARME"

Corruzione, la Procura di Milano: "L'Anac ha reso inutili molte indagini" | La replica: "Accuse generiche"

Secondo i pm, le notizie su fatti "da cui si potevano desumere atti di corruzione" sono state trasmesse dall'Autorità "in ritardo"

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L'Autorità nazionale anticorruzione ha di fatto reso inutili le indagini su molti illeciti per il modo utilizzato nella sua attività. Lo segnala la Procura di Milano dicendo che le notizie su fatti "da cui si potevano desumere atti di corruzione" sono state trasmesse dall'Anac "in ritardo" e soprattutto hanno preallertato i soggetti interessati. L'Autorità ha replicato evidenziando "fastidio e stupore per accuse generiche e non dettagliate".

L'Anac, sostengono in Procura, ha infatti acquisito documenti rivolgendosi agli stessi enti coinvolti. Da una parte "il ritardo con cui le notizie sono state trasmesse", dall'altra "le modalità di acquisizione degli elementi hanno determinato una 'discovery' anticipata, sostanzialmente rendendo inutili ulteriori indagini nei confronti di soggetti già allertati".

Lo scontro apertosi pubblicamente tra la Procura di Milano, guidata da Francesco Greco, e l'Autorità presieduta da Raffaele Cantone potrebbe trovare le sue basi nell'attività di accertamento che l'Anac effettuò, a partire dal febbraio del 2017, evidenziando presunte irregolarità nella gestione di appalti finanziati con fondi governativi per Expo e messi a disposizione dal Comune di Milano, tra il 2010 e il 2015, per informatizzare l'attività degli uffici giudiziari milanesi.

La guardia di finanza su input dell'Anac, che effettuava gli accertamenti, inoltrò anche in Procura una relazione sulle presunte irregolarità. Nell'ottobre 2017, sempre l'anticorruzione chiuse l'istruttoria sulle presunte anomalie in gran parte delle 25 procedure analizzate del valore di circa nove milioni di euro, trasmettendo la delibera a tre Procure (Milano, Brescia e Venezia) e anche a quella della Corte dei Conti. Di recente la Procura milanese ha trasmesso a Brescia gli atti dell'inchiesta aperta per turbativa d'asta, senza iscrivere magistrati tra gli indagati.

Oltre che del caso dei cosiddetti "fondi Expo-giustizia", l'Anac si era occupata anche di un'altra vicenda che riguardava il Tribunale milanese: quella con al centro un appalto sui servizi di pubblicità e pubblicazione online delle aste immobiliari e "delle attività propedeutiche all'avvio del processo civile telematico presso il Tribunale di Milano", tra il 2013 e il 2014.

Nel giugno 2015, l'anticorruzione aveva trasmesso in Procura gli "esiti dell'istruttoria" su questo appalto, parlando di una "lesione alla concorrenza". La stessa Procura aveva aperto un'inchiesta per poi chiedere e ottenere di recente l'archiviazione del fascicolo segnalando sì "anomalie" nell'appalto, ma spiegando che mancava la prova "di intese triangolari, coinvolgenti esponenti del Tribunale, della Camera di commercio, dell'impresa" Edicom. E che, in particolare, non si era riusciti ad individuare "chi abbia potuto stringere tali accordi".

Greco: "Cantone encomiabile" - Alla replica dell'Anticorruzione sono seguite le parole di Francesco Greco che ha precisato: "Credo che l'Anac sia importante e che il lavoro di Cantone sia encomiabile. Abbiamo solo indicato un problema tecnico sulla necessità di poter utilizzare quello che loro ci mandano in maniera più tempestiva". E ha voluto precisare così quanto riportato dalla Procura: "Non c'era alcuna intenzione polemica, i rapporti tra l'Anac e la Procura di Milano sono sempre stati ottimi".