Il primo Dying Light era stato in grado di rivoluzionare il genere dei giochi di sopravvivenza a tema zombie proponendo una formula convincente: un mix di esplorazione, parkour e combattimenti corpo a corpo con alcune particolarità, come l'uso di una visuale completamente in soggettiva e un'alternanza tra giorno e notte che rendeva i non-morti decisamente più letali al calar delle tenebre. La maestria con cui Techland era riuscita a creare un sistema di combattimento appagante e divertente faceva da contraltare a un comparto narrativo che, nonostante le giuste premesse, non è mai riuscita a decollare e ha vanificato in parte gli sforzi nella realizzazione di un mondo vasto e ricco di attività, segreti ed easter egg.
Ed è proprio dalla storia che la casa polacca ha deciso di ripartire e concentrarsi per porre le basi sul sequel Dying Light 2, che abbiamo avuto modo di scoprire in anteprima all'E3 2018 di Los Angeles. Ecco le nostre prime impressioni.
Per un team specializzato nel gameplay, creare una storia d'impatto non era un compito semplice. Ed è per questo motivo che Techland ha deciso di affidarsi al miglior autore di storie non-lineari dell'industria, Chris Avellone, che con gli studi Interplay e Obsidian Entertainment è stato in grado di sviluppare racconti complessi e articolati come Fallout 2, Icewind Dale e Planetscape: Torment, ma anche il seguito di Star Wars: Knights of the Old Republic e Fallout: New Vegas.
Con un fuoriclasse del genere, Techland ha deciso di abbandonare l'idea di trama convenzionale per abbracciare uno stile più libero, affidando nelle mani del giocatore la possibilità di condizionare il corso della storia in base alle proprie decisioni. Nel corso della demo è stato mostrato come persino una scelta basilare potesse portare a conseguenze drastiche nel mondo di gioco: nel primo caso, risparmiando la vita a un duo di mercenari che voleva controllare le risorse idriche della regione, il protagonista ha deciso il fato dei suoi abitanti costringendoli a pagare per ottenere scorte d'acqua con cui dissetarsi. Al contrario, uccidendo i mercenari, il protagonista ha reso libero l'accesso alle fonti idriche della regione ma è diventato automaticamente un bersaglio per gli altri criminali presenti nell'immenso scenario.
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Techland promette che il gameplay sarà influenzato da centinaia di queste scelte, in grado di trasformare visibilmente lo scenario in base alle decisioni che prenderete nel corso della campagna. La presenza di Chris Avellone in veste di sceneggiatore ha permesso di creare molteplici bivi narrativi in un canovaccio che, nelle varie possibilità mostrateci in anteprima a Los Angeles, è parso già sufficientemente ricco e fa ben sperare sul risultato finale. A livello di continuità, la scelta di ambientare il sequel anni dopo il capitolo originale e in una nuova area ha dato la possibilità di espandere il comparto narrativo con tante storie secondarie sull'infezione, permettendo a coloro che fossero interessati di approfondire le conseguenze che questa ha avuto sul decadimento delle metropoli.
Metropoli che, come da tradizione degli studi polacchi, promette di essere un vero e proprio parco giochi per gli amanti del parkour, con nuove possibilità in termini di salti e mosse acrobatiche che renderanno ancora più veloci e coreografici i movimenti del protagonista da una zona all'altra. La verticalità della mappa sembra ancora più elevata rispetto al primo episodio, supportata da tantissime nuove tecniche che consentiranno di acquisire una sorta di momentum, saltare e aggrapparsi su appigli impensabili per sorprendere i nemici dall'alto.
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Rispetto al primo episodio le differenze tra notte e giorno sembrano essere ancora più marcate rispetto al passato, con gli umani che possono essere alleati o potenziali minacce da fronteggiare nelle ore diurne e i non-morti che, d'altro canto, tenteranno in tutti i modi di ripararsi dai raggi solari, che li rendono più lenti e prevedibili. Al contrario, al tramonto gli umani tenderanno a sparire dalle strade lasciando spazio ai numerosi zombie che popolano questo mondo, ora decisamente più pericolosi e letali nello scontro diretto.
Il protagonista potrà ovviamente sfruttare le sue abilità nel combattimento e creare armi improvvisate con risorse raccolte nello scenario, con un sistema di crafting che promette ancora una volta di dar vita ad armi fuori di testa, confermando l'assoluta supremazia di Techland nella realizzazione di un sistema di combattimento corpo a corpo estremamente soddisfacente da utilizzare. Sarà interessante scoprire come e se il sistema di combattimento cambierà in base alle scelte compiute durante la campagna, magari offrendo accesso a particolari abilità e risorse in base alle decisioni che prenderete e ai personaggi che aiuterete lungo il cammino. Di certo le premesse per creare uno dei giochi d'azione più completi di questa generazione ci sono tutte, specialmente considerando che l'avventura potrà essere affrontata completamente in modalità cooperativa insieme ad altri tre amici online.
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A livello tecnico il gioco promette già bene nonostante la demo mostrata all'E3 fosse chiaramente preliminare: il team di sviluppo punta a raggiungere le massime prestazioni sulle versioni hi-end delle console Sony e Microsoft, specialmente su Xbox One X: durante la nostra chiacchierata con Techland, infatti, gli sviluppatori hanno dichiarato che tenteranno di spingere il motore di gioco fino alla risoluzione 4K con un frame-rate di 60fps, il tutto all'insegna della massima fluidità pur mantenendo un altissimo livello di dettagli. L'appuntamento con Dying Light 2 è previsto il prossimo anno su PC, PlayStation 4 e Xbox One.