Vertice Ue sui migranti, la proposta dell'Italia: superare Dublino e sanzioni a chi non rispetta le quote
Sanzioni a chi non rispetta le quote di ricollocamento e centri di protezione internazionale nei Paesi di transito, fra i 10 punti del documento presentato dal premier Conte
Al vertice informale fra 16 Paesi dell'Unione Europea per discutere della gestione dei migranti, il premier Giuseppe Conte ha presentato una proposta italiana formata da 10 obiettivi. S'intitola "European Multilevel Strategy for Migration" e la parola chiave è, appunto, multilivello. "Se l'Europa non riesce a realizzare un'efficace politica di regolazione e gestione dei flussi migratori", ha detto il primo ministro, "rischia di perdere credibilità tutto l'edificio europeo. Occorre un approccio integrato, multilivello che coniughi diritti e responsabilità". Dall'intensificare gli accordi alle quote di ricollocamento, ecco tutti i punti del documento:
Intensificare gli accordi E' necessario rendere più forte i rapporti tra Unione Europea e Paesi terzi da cui partono o transitano i migranti e investire in progetti che portino a questo obiettivo. Gli accordi presi con Libia e Niger, ricorda Conte, hanno ridotto dell'80% le partenze nel 2018.
Centri di protezione internazionale Le aree di prima accoglienza dei migranti sarebbero istituite nei Paesi di transito. Sarebbero i luoghi dove verrebbero valutate le richieste di asilo e dove verrebbe offerta un'assistenza giuridica, anche al fine di rimpatri volontari. A questo scopo si prevede di lavorare con Unhcr, l'agenzia Onu per i rifugiati, e l'Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni). Bisogna quindi rifinanziare il Trust Fund Ue-Africa, il fondo fiduciario dell'Unione per l'Africa, che attualmente ha uno scoperto complessivo di 500 milioni di euro. E' importante perchè incide anche sul contrasto all'immigrazione illegale.
Frontiere esterne Le frontiere dell'Unione Europea, di cui ad esempio fanno parte quelle italiane, vanno rafforzate. L'italia sta già sostenendo missioni Ue come Eunavfor Med Sophia e Joint Operation Themis e sta supportando la Guardia costiera libica. Anche queste iniziative vanno implementate.
Superare Dublino Il regolamento di Dublino è ormai "insufficiente". Solo il 7% dei migranti risultano infatti come rifugiati.Senza intervenire adeguatamente rischiamo di perdere la possibilità di adottare uno strumento europeo veramente efficace. Il Sistema comune europero d'asilo attuale è fondato su un paradosso: i diritti vengono riconosciuti solo se le persone riescono a raggiungere l'Europa.
Il Paese di primo arrivo Questo, per Conte, è un criterio che va superato. Chi sbarca in Italia, sbarca in Europa. Responsabilità e solidarietà non sono due concetti in contrasto fra loro, anzi, devono essere sempre presenti entrambi. In gioco c'è il futuro del trattato di Schengen.
Responsabilità Dev'essere in comune fra gli Stati membri dell'Unione riguardo i nafraghi in mare. Non può ricadere tutto sui Paesi d'arrivo. BIsogna quindi superare il concetto di "attraversamento illegale" per le persone soccorse in mare e portate a terra. Serve una differenziazione fra "porto sicuro di sbarco" e "Stato competente ad esaminare richieste di asilo".
Tratta di esseri umani L'Unione europea deve contrastare, con iniziative comuni e non affidate solo ai singoli Stati membri, la "tratta di esseri umani" e combattere le organizzazioni criminali che alimentano i traffici e le false illusioni dei migranti.
Centri d'accoglienza La gestione della cirisi migratoria non può ricadere solo su Spagna o Italia (e Grecia). Servono centri d'accoglienza in più Paesi europei per salvaguardare i diritti di chi arriva ed evitare "problemi di ordine pubblico e sovraffollamento".
Contrastare i movimenti secondari Gli sposamenti fra gli Stati dell'Unione di rifugiati diventerebbero marginali, sostiene Conte, se si attuassero le misure precedenti. Così i movimenti secondari potranno diventare oggetto di intese tecniche tra paesi maggiormente interessati.
Quote d'ingresso Ogni Stato stabilisce quote di ingresso dei migranti economici, cioè chi abbandona il proprio Paese alla ricerca di una vita migliore, ma non a causa di guerre o violenze. Bisogna, secondo il documento, prevedere adeguate contromisure finanziarie rispetto agli Stati che non si offrono di accogliere i rifugiati.
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