Turismo di… vino

Tra Toscana e Umbria le cantine più spettacolari

Mimetizzate nella natura, eccentriche, a forma di animali o futuristiche: tutte da scoprire e da visitare

di Nadia Baldi

Nel paesaggio bucolico fra la Toscana e l’Umbria, fra cipressi e uliveti, spiccano distese di vigneti ordinati in filari a perdita d'occhio, e là, discrete ma protagoniste quanto opere d'arte, si ergono le cantine-topstar. Sono strutture architettoniche spettacolari e di gran pregio, pensate per dare all’appassionato di vino l’emozione di stare completamente dentro alla natura, oppure per colpirlo con l’eccentricità delle forme architettoniche, in ogni caso per lasciare un'impronta indelebile anche nel viaggiatore astemio.

A San Quirico d'Orcia, su una collina che sovrasta il borgo di Vignoni e domina la valle dell’Orcia, sorge una delle più recenti tenute vinicole, inaugurata nel 2016: la Tenuta Sanoner, un modello esemplare di costruzione “invisibile”, calata nella natura, mimetizzata fino ad esserne parte integrante. Raccolta nella costa di una collina, la cantina si affaccia con un’ampia vetrage sulla valle e, seguendo linee morbide, si fonde delicatamente con la vegetazione e con il paesaggio senese, del quale riproduce le calde sfumature cromatiche. La natura è davvero al centro; l’intervento dell’uomo è servito a farla esprimere al meglio. Affacciandosi alla terrazza panoramica e spingendosi nel giardino che guarda la valle, calice di Aetos Orcia Sangiovese DOC alla mano, con brindisi di spumante Aetos Sparkling, ecco il grande spettacolo della Val d’Orcia che si abbraccia con gli occhi, una vista straordinaria che poche strutture possono vantare, emozione di rara bellezza.

Un must parlando di cantine-tutte-da-guardare è quello degli Antinori a Bargino, nel Chianti, meta di turisti e di curiosi provenienti da ogni dove che vogliono vedere coi propri occhi la mega struttura in cemento, vetro e acciaio invecchiato circondata dal vigneto, la cantina avveniristica abbracciata dal verde. La famiglia Antinori ne ha fatto il proprio quartier generale per l'imbottigliamento e l'affinamento dei vini toscani e per la commercializzazione del marchio nel mondo. Vi si trovano esposte anche opere di arte contemporanea, come a sottolineare metaforicamente che la lunga storia vitivinicola della famiglia Antinori (oltre 600 anni) sfida il futuro.

Scendendo più a sud, in Maremma, il nostro viaggiatore si troverà incredulo di fronte ad un corpo di gabbiano stilizzato, incastonato nelle terre del Morellino di Scansano, precisamente a Magliano in Toscana. E’ la Tenuta dell'Ammiraglia della famiglia Frescobaldi a presentarsi come il trait d'union fra mare e collina, fra profumi salmastri e sapori fruttati, in una suggestione che sprigiona design in ogni sua sfaccettatura. Dal punto di vista tecnologico è una delle cantine italiane più avanzate e come impatto visivo lo scenario è sorprendente.
Poco distante, appena entrati in territorio umbro, a Bevagna, ecco comparire una tartaruga gigantesca: una struttura che è insieme una scultura ed un esempio di architettura futuribile che sembra a tutti gli effetti il carapace di un'immensa tartaruga poggiata nel verde dei vigneti. Il merito è di Arnaldo Pomodoro, che si è sbizzarrito come architetto, per una volta, sorprendendo patron Gino Lunelli, già rappresentante della vecchia guardia delle cantine Ferrari; dopo tante bollicine la famiglia Lunelli ha rinvigorito il proprio business dedicando quest’eccentrica Tenuta di Castelbuono alla produzione di Sagrantino di Montefalco.

Ultima tappa del nostro viaggiatore a Gavorrano in provincia di Grosseto, dove la fantastica manifestazione artistica/architettonica sul tema del vino è l’anfiteatro a gradoni realizzato in mezzo migliaia di barrique di rovere profumato nella Tenuta Rocca di Frassinello. Una “creatura” di Renzo Piano: pareti di cemento armato a vista, casseri di legno di betulla, e poi il cuore della cantina, l’anfiteatro, che è al contempo una barricaia ed un grande spazio per convegni, concerti ed eventi. L’anfiteatro è perimetrato da gradoni di 2500 barrique e viene illuminato naturalmente da una fessura al soffitto, attraverso la quale filtra un raggio di sole amplificato dal riflesso di una serie di specchi.