"Qualunque discorso riguardi una collettività con una caratteristica comune che, soltanto per questa caratteristica comune, si pretende di differenziarla, pensando a trattamenti particolari, a me sembra che non sia compatibile con l'articolo 3 della Costituzione". Lo ha detto a Napoli il presidente della Corte Costituzionale, Giorgio Lattanzi, rispondendo a una domanda sull'ipotesi di schedatura dei rom avanzata dal vicepremier Matteo Salvini.
"Tutti i discorsi che si fanno in modo generico - ha detto ancora Lattanzi - con riferimento a una etnia, visto che non si parla più di razze, anche se al di sotto c'è sempre un po' quell'idea, difficilmente sono compatibili con l'articolo tre della Costituzione italiana". Ma questo vale, secondo il presidente della Corte Costituzionale, anche se si fa riferimento "a una religione, o a qualsiasi altro dato generico". In sostanza si ravvisano profili di incostituzionalità, ha concluso Lattanzi, "se dicessi che i napoletani, o i siciliani, o i lombardi, saranno trattati in un certo modo in quanto napoletani, siciliani e lombardi". Il presidente della Consulta è intervenuto nell'auditorium del nuovo Palazzo di Giustizia adun incontro di studio in memoria di Eugenio Selvaggi, sostituto procuratore generale della Corte di Appello di Roma, deceduto a marzo all'età di 72 anni
Salvini: "E' incostituzionale sapere chi paga le tasse?" - "L'unico mio interesse è sapere chi vive nei campi rom, se lavorano e pagano le tasse, se hanno le auto assicurate, se pagano le bollette, se mandano i figli a scuola e quanto denaro pubblico incassano. È costituzionale?". Così il vicepremier e ministro dell'interno Matteo Salvini replica al presidente della Consulta secondo cui sarebbe incostituzionale un censimento dei campi rom.