Estate italiana per Peter Cincotti. Il cantautore e pianista italoamericano, fresco dell’album "Long Way from Home", torna nel nostro Paese con quattro date. Sarà il 21 giugno al Verona Jazz Festival, il 22 al Castello Sforzesco di Milano, poi il 26 luglio al Teatro La Versiliana di Marina di Pietrasanta (LU) e il 28 all’Arena dello Stretto di Reggio Calabria. A Tgcom24 ha raccontato delle origini italiane legate alla sua musica, presentando il suo nuovo live.
Il tuo ultimo disco è arrivato dopo diversi anni di lavoro e segna un cambiamento sonoro. Cosa ha ispirato queste nuove sonorità?
Costruire il mio studio e produrre questo disco (il primo disco che abbia mai prodotto) ha completamente influenzato il modo in cui queste canzoni sono state scritte e hanno preso vita. Avere il controllo del suono, della produzione, degli arrangiamenti ha influito sul modo in cui ho scritto testi e melodie, e viceversa. Inoltre, avere accesso, 24 ore al giorno, per registrare qualsiasi idea che volevo proprio nel momento dell'ispirazione è qualcosa che non ero stato in grado di fare prima, dovendo sempre programmare le sessioni di registrazione.
Cosa proporrai dal vivo? Affiancherai brani nuovi a quelli vecchi o quelli vecchi avranno una nuova veste sonora?
Suonerò un mix di brani vecchi e nuovi. Sì, le vecchie canzoni avranno un nuovo sound in una certa misura, suonate con la mia attuale band (eccellente musicisti tra l'altro: Lex Sadler al basso e Joe Nero alla batteria) ma tutto lo show è un mix bilanciato di liriche, ritmo e piano che rappresentano dove sono musicalmente a questo punto della mia vita.
Guardando le tue date, sembra che ti divida tra Stati Uniti e Italia. Cosa c'è nella tua musica della tua natia America e cosa delle tue origini italiane?
Le mie origini italiane si ritrovano nel senso della melodia e dell'armonia presente in molte mie canzoni. Almeno mi piace credere sia così. Non c'è niente come la sensibilità melodica della musica italiana e penso che sebbene io sia liricamente più americano, essendo stato influenzato dai cantautori e dai narratori degli anni '70 e '80, melodicamente parlando, penso di essere rosso, bianco e verde.
A proposito di Italia, rifaresti l'esperienza di Sanremo?
Mi piacerebbe! Essere parte di Sanremo è stata una delle mie esperienze preferite, a differenza di qualsiasi altro festival al mondo!
Dopo la collaborazione con Silvio Muccino per il film "Le leggi del desiderio" e la partecipazione ad "House of Cards", tornerai a lavorare per il cinema o la tv?
Mi piacerebbe molto farlo. Quando scrivo canzoni me le figuro in immagini, in contrasti e storie vere e proprie. Molto di quello che scrivo ha una natura cinematografica, che abbia o no un copione di un film. Quindi mi piacerebbe collaborare di più per trovare potenti modi di combinare elementi visivi e musicali, perché penso che quando riesci a farlo, non c'è una migliore combinazione di espressioni.