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Il primitivismo di Modigliani in una mostra sensoriale al Mudec di Milano

L'esposizione si propone di sottolineare l’influenza che il primitivismo, in particolare la scultura africana, egizia e cicladica, hanno avuto sul lavoro dell'artista

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Curata da Francesco Poli, la mostra che il Mudec di Milano dedica ad Amedeo Modigliani (dal 20 giugno al 4 novembre) si propone di sottolineare l’influenza che il primitivismo, in particolare la scultura africana, egizia e cicladica, ebbero sul suo lavoro. E sono proprio dei pezzi di arte africana provenienti dalla collezione permanente del Mudec, affiancati a tre ritratti di Modì provenienti dal Museo del Novecento di Milano, ad aprire la mostra e a tessere quelle relazioni di sintesi, di purezza, di geometrie e di linee tra le quali, grazie alla loro disarmante semplicità, si cela un’inspiegabile magia.

In tanti avevano guardato a quella che un tempo veniva brutalmente definita “arte negra”, Picasso in primis (e le tracce sono nei volti delle sue Demoiselles d’Avignon), poi Matisse, Derain, Brancusi, eppure in Modigliani è diverso: l’artista livornese è riuscito a coniugare i tratti bruschi delle maschere del Congo o del Gabon con l’eleganza tutta senese dei volti di Tino di Camaino.

Una vita bohémienne quella di Dedo (così lo chiamava mamma Eugénie), consumata da esule livornese nella Montmartre e nella Montparnasse dei primi del Novecento. Una vita dissoluta, ma tutta votata all’arte, fatta di eccessi, ma anche di audaci scelte artistiche, di giorni bruciati nella febbrile foga della creazione o trascorsi a degustare assenzio e a declamare le terzine di Dante.

Un’atmosfera unica, evocata da fotografie d’epoca e da una rappresentazione multimediale pensata per calare lo spettatore nei luoghi simbolo di quella Parigi frequentata da Picasso, Soutine, Cocteau, Diaghilev, Kisling e Brancusi, ma soprattutto dalle donne, le sue muse (da Beatrice Hestings, giornalista e tenace suffragetta, alla dolcissima Jeanne Hébuterne, pittrice lei stessa, fedele compagna e madre della piccola Jeanne), che hanno prestato i volti alle tele e alle sculture e che ancora incantano per i tratti puri, le forme stilizzate, i visi a mandorla e gli occhi vuoti e chiari come i cieli senza nubi. Infine, una Infinity room, ovvero una sala degli specchi, chiude il percorso multisensoriale e in un gioco di dissolvenze e rifrazioni appaiono alcune delle opere più significative dell’artista.

Modigliani Art Experience
Museo delle Culture (Mudec), Milano
Dal 20 giugno al 4 novembre 2018
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