I carabinieri hanno arrestato 9 persone nell'ambito di un'indagine sulla costruzione del nuovo stadio della Roma. Tra gli arrestati compaiono anche il vicepresidente del Consiglio Regionale del Lazio, Adriano Palozzi (Forza Italia), il presidente di Acea Luca Lanzalone e l'imprenditore Luca Parnasi. Oltre agli arresti ci sono 16 indagati tra cui figura anche il capogruppo M5s in Campidoglio, Paolo Ferrara. Il pm: "La As Roma non c'entra nulla". Il Campidoglio valuta lo stop del progetto.
"Chi ha sbagliato pagherà, io sono sereno ed estraneo alla vicenda perché non ho nulla da nascondere. Ho fiducia nella magistratura e spero che si faccia chiarezza al più presto", ha dichiarato Ferrara, comunicando la sua autosospensione dal Movimento 5 Stelle. Nei primi mesi del 2017 aveva partecipato alla trattativa con il gruppo Parnasi per la modifica della prima stesura del progetto sulla struttura che dovrebbe sorgere a Tor di Valle. Tra le persone raggiunte da provvedimento di custodia cautelare c'è inoltre anche l'ex assessore regionale, e attuale consigliere, Michele Civita del Pd. Stando a quanto emerso, Civita si trova agli arresti domiciliari come Lanzalone.
L'inchiesta potrebbe portare allo stop dell'intero progetto modificato. Proprio martedì era scaduto il termine per presentare le osservazioni al piano ed era stata fissata la scadenza per le controdeduzioni, per le quali è stato dato un tempo di trenta giorni. A metà luglio era prevista la delibera col progetto variato da inviare alla Regione Lazio per l'ok definitivo, ma ora arresti e indagini potrebbero bloccare tutto.
I reati contestati - Le indagini, coordinate dalla Procura di Roma, hanno portato i militari a scoprire un'associazione a delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie di reati contro la Pubblica amministrazione nell'ambito delle procedure connesse alla realizzazione del progetto. I carabinieri hanno perquisito la sede della società dell'imprenditore Luca Parnasi.
Pm: "L'As Roma e Raggi non c'entrano" - "Non sappiamo ancora niente, abbiamo appreso la notizia dalle agenzie", ha precisato Mauro Baldissoni. Il direttore generale della Roma, giunto nella sede milanese della Lega Serie A per l'assemblea sui diritti tv, non ha escluso di tornare a breve nella Capitale per approfondire e seguire da vicino la questione. E a confermare la totale estraneità della società ci ha pensato il pm Ielo, titolare dell'inchiesta: "L'A.S. Roma è una società quotata e non si devono fare confusioni, non c'entra nulla con il caso". "Scagionata" anche la sindaca Raggi dato che gli atti del Comune non sono oggetto del procedimento.
Roma: "Si valuta stop progetto modificato" - L'inchiesta sullo Stadio della Roma potrebbe portare allo stop dell'intero progetto modificato. Proprio martedì era scaduto il termine per presentare le osservazioni al progetto e si era fissata la scadenza per le controdeduzioni per le quali è stato dato un tempo di 30 giorni. A metà luglio sarebbe prevista la delibera col progetto variato da inviare alla Regione Lazio per l'ok definitivo. Ma ora arresti e indagini potrebbero imporre lo stop al progetto.
Raggi: "Chi ha sbagliato pagherà" - "Chi ha sbagliato pagherà, noi siamo dalla parte della legalità. Aspettiamo di leggere le carte, al momento non esprimiamo alcun giudizio". Così la sindaca di Roma Virginia Raggi. "Se è tutto regolare, spero che progetto stadio possa andare avanti", ha quindi aggiunto.
Solo martedì la Raggi, su Twitter, aveva espresso soddisfazione per l'avanzamento dei lavori per il nuovo stadio: "Lo stadio a Tor di Valle è sempre più vicino. Stiamo lavorando senza sosta per accorciare i tempi e realizzare questa grande opera che porterà nuovi posti di lavoro e migliorerà la vita nel quadrante sud della città".
Lo stadio a Tor di Valle è sempre più vicino. Stiamo lavorando senza sosta per accorciare i tempi e realizzare questa grande opera che porterà nuovi posti di lavoro e migliorerà la vita nel quadrante sud della città: https://t.co/8h5hszyHF7 #unostadiofattobene pic.twitter.com/hv0ZdFP565
— Virginia Raggi (@virginiaraggi) 12 giugno 2018
Il ruolo di Lanzalone nel progetto del nuovo stadio - L'attuale presidente di Acea, Luca Lanzalone, tra il gennaio e il febbraio del 2017, nelle vesti di consulente per gli M5S portò avanti, sul fronte del progetto stadio, una mediazione con l'amministrazione comunale e la Eurnova, la società dell'imprenditore Luca Parnasi che acquistò i terreni dell'ippodromo di Tor di Valle, dove dovrebbe sorgere la nuova struttura, dalla società Sais della famiglia Papalia. La mediazione ha portato ad una modifica del primo progetto con una riduzione delle cubature degli immobili "extra stadio" e la cancellazione delle due torri del grattacelo che sarebbero dovute sorgere in prossimità del'impianto.
Lanzalone, ora ipotesi dimissioni - L'ipotesi delle dimissioni di Lanzalone è quella emersa da un incontro convocato in Campidoglio dal sindaco con l'amministratore delegato di Acea Stefano Donnarumma. Il primo cittadino avrebbe sollecitato una rapida soluzione tra quelle tecnicamente possibili per la governance dell'azienda dopo l'arresto dello stesso Lanzalone, del quale non si escludono le dimissioni.
Tra i 16 indagati anche il capogruppo di Fi Davide Bordoni - Sono 16 gli indagati nell'ambito dell'inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Tra loro anche Davide Bordoni il Capo Gruppo per Forza Italia. Nove le persone arrestate stamattina dai carabinieri. A finire in carcere l'imprenditore Luca Parnasi, Luca Caporilli, Simone Contasta, Giulio Mangosi, Nabor Zaffiri, Gianluca Talone. Ai domiciliari Pier Michele Civita, Adriano Palozzi e Luca Lanzalone. Tra gli indagati anche Claudio Santini, Daniele Leoni, Paolo Ferrara, Giampaolo Gola e Davide Piva.
Toninelli: siamo molto preoccupati - "Per quanto riguarda la faccenda dell'indagine siamo molto preoccupati. Non ho informazioni per poterla commentare. Quello che mi viene da ribadire è che la battaglia che il M5s ha fatto per far sì che la colata di cemento che doveva cadere a norma del primo progetto del Pd, di cui lo stadio era solo una minima parte, è stata enormemente limitata e questo è un successo". Lo ha detto il ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli. "Su Lanzalone non saprei come commentare perché non ho sufficienti informazioni", ha aggiunto.
Pallotta: "Stop allo stadio? Me ne vado" - Cosa succede se l'inchiesta fermerà il progetto stadio? "Vorrà dire che verrete a trovarmi a Boston..": così James Pallotta, uscendo dall'albergo romano nel quale risiede in questi giorni di vacanza, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano un commento agli arresti. In passato Pallotta aveva ipotizzato la vendita della società in caso di mancata costruzione dello stadio. "La Roma non ha fatto nulla di male, siamo stati trasparenti: non vedo perché il progetto stadio si debba fermare, tutti lo vogliono e si deve andare avanti. Risolveremo tutto". Ha aggiunto Pallotta.
Di Maio: "Sentiti i probiviri, chi sbaglia paga" - "Ho contattato subito i probiviri del Movimento 5 Stelle e ho detto subito di accertare tutto quello che riguarda le persone che potrebbero essere coinvolte nella vicenda. E, per quanto mi riguarda, chi sbaglia paga". Lo ha affermato il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, aggiungendo: "Mi permetto di dire che se le accuse verso queste persone, non solo del M5s ma in generale, dovessero esser provate, questo dimostrerebbe come la gente si rovina la vita pur avendo delle posizioni di tutto rispetto".