All'inizio del 2018 alcuni hacker al servizio del governo cinese hanno recuperato informazioni altamente riservate degli Stati Uniti su come gestire una guerra sottomarina. Lo riporta il quotidiano Washington Post, precisando che sono stati sottratti i dati da un appaltatore del Naval Undersea Warfare Center a Rhode Island, compromettendo "centinaia di sistemi meccanici e software".
L'attacco pirata segue altre violazioni: la Cina infatti sta cercando di eliminare i vantaggi che l'America ha nella tecnologia militare.
In tutto si tratta di 614 gigabyte di dati del Pentagono che fanno riferimento al progetto "Sea Dragon". L'ex ammiraglio e comandante della Nato, James Stavridis, ha detto al Washington Post che questa mossa garantisce alla Cina "un'idea ragionevole del nostro livello di conoscenza sulla loro specifica piattaforma e riduce profondamente il nostro vantaggio se fossimo nella situazione di dover combattere contro di loro".