"Sopravvivo per dare giustizia a mia figlia". Lo afferma Alessandra Verni, mamma di Pamela Mastropietro, la giovane uccisa e fatta a pezzi a Macerata e per cui è rimasto in carcere Innocent Oseghale. E' di giovedì la notizia che per gli altri due nigeriani, Lucky Awelima e Desmond Lucky, sono cadute le accuse sul caso, ma rimangono invece quelle di spaccio di eroina. "Non capisco perché discolparli dopo che Desmond è andato con Oseghale a comprare l'acido e non trovandolo hanno preso la candeggina".
Nell'intervista al Messaggero Alessandra Verni è piena di rabbia e dolore: "Non credo - sottolinea - che il massacro di mia figlia sia da imputare a una sola persona. Se quei due escono di scena vuol dire che ci sono altri mostri in libertà, invito gli inquirenti a continuare le indagini. Non può finire qui, hanno messo in mezzo solo Oseghale". Per questo "inizio a dubitare che la giustizia si ottenga nei processi".
Inoltre il Riesame ha affermato che non c'è stata alcuna violenza sessuale poiché secondo il tribunale il rapporto è stato consenziente in un clima amicale. "E' scandaloso, offensivo per Pamela. Allora se vengo al bar con te, se facciamo la spesa e poi mangiamo insieme, poi sei legittimato ad approfittarti di me? Mia figlia era stordita dalle medicine e hanno abusato di lei".
Pamela era fragile, ed era in Comunità perché era borderline. "Ma non era una poco di buono o una tossica come è stata descritta". "Quella mattina era stordita, l'ha detto anche il tassista che l'ha portata in stazione". "E' violenza sessuale anche per chi si approfitta di una giovane con problemi psichici", afferma.
Alessandra Verni poi invita la magistratura a indagare sulla Comunità Pars di Corridonia: "Anche loro sono responsabili, è normale che non abbiano ricevuto nessuna ispezione? L'ultima risale al 2014?"