IN APPELLO

Chiesti 2 anni e 9 mesi per Corona, lui: "Il pg non ha capito un c..."

Botta e risposta del fotografo con Salvini. "Se lui è ministro dell'Interno, io posso andare alla Giustizia". Il leghista: "Ci mancava pure lui"

© ansa

Una condanna a due anni e nove mesi e la confisca dell'intero tesoretto: questa la richiesta del sostituto procuratore per Fabrizio Corona alla prima udienza del processo d'appello al tribunale di Milano. Il fotografo risulta imputato per i 2,6 milioni di euro in contanti nascosti nel controsoffitto dell'appartamento della sua collaboratrice e in una banca di Innsbruck, in Austria. "Il pg non ha capito un c...", è stato il commento dell'ex re dei paparazzi.

Botta e risposta con Salvini - Ma l'attacco di Corona è andato anche più in alto. "Non mi sento rappresentato da un Luigi Di Maio o da un Matteo Salvini - ha detto -. Se Salvini è ministro dell'Interno, io potrei fare il ministro della Giustizia". Una provocazione a cui il ministro ha prontamente risposto via Twitter con un'immagine del fotografo e con il commento "E ci mancava pure Corona...".

Ci mancava pure Corona... https://t.co/ugj3A0gwIx

— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 5 giugno 2018

Sarcastico fuori dall'aula: "Grazie al pg" - La requisitoria del pg, con la richiesta dei due anni e nove mesi di carcere, non è andata giù al fotografo, che fuori dall'aula si è lasciato andare a commenti sarcastici e provocazioni. "Ringrazio il pg perché non ha capito nulla - ha dichiarato -. Io non solo so il diritto, io glielo insegno. L'impugnazione della Procura è inammissibile, nel processo abbiamo sentito già 60 testimoni, chiedere due anni e nove mesi ora è vergognoso, non ha capito un c...".

Corona potrà prendere la parola in aula alla prossima udienza, fissata per il 21 settembre, quando l'imputato potrà fare una serie di dichiarazioni spontanee. "La testa a posto io non la metterà mai - ha detto ancora fuori dal tribunale -. Fa parte dell'essere e della follia. Io sono genio e sregolatezza. Ma il caos bisogna governarlo".

Condanna light in primo grado - Il processo di primo grado si era chiuso con una condanna light per l'ex re dei paparazzi: un anno di carcere contro i cinque chiesti dalla pubblica accusa. Ma la Procura ha deciso di fare ricorso in appello. Il fotografo ha messo in chiaro davanti ai giornalisti: "Non ho paura, non ho mai avuto paura e non ho paura di niente. Vincerò anche questa battaglia". E contro la decisione dei pm di impugnare la sentenza ha detto: "E' assurdo. Quando c'è un'assoluzione oggettiva, bisognerebbe avere onestà intellettuale e ammettere di aver sbagliato e perso. Bisognerebbe avere un lato umano che è difficile trovare nelle aule di un tribunale".

Nelle scorse settimane il magistrato di sorveglianza gli ha concesso la possibilità di lavorare, "mossa obbligaga" secondo Corona che spiega: "Con il mio lavoro dichiaro al Fisco 5 milioni all'anno. Mi devono dare il diritto di andare a lavorare anche se vado a fare una serata in discoteca e prenso 10mila euro. Non è morale perché certa gente lavora 10 anni per guadagnare 10mila euro? Questo è lo spettacolo".