"Tito e gli Alieni", una fiaba fantascientifica con Valerio Mastandrea
Dal 7 giugno il film di Paola Randi che racconta come sia possibile affrontare il dolore della perdita e la paura della morte
Un uomo sdraiato su un divano nel bel mezzo del deserto del Nevada, ai confini della famigerata Area 51. E' Valerio Mastandrea che veste i panni di uno scienziato eremita che da quando ha perso la moglie vive isolato dal mondo, protagonista di "Tito e gli alieni" di Paola Randi. Tgcom24 vi offre una clip esclusiva del film a metà tra fantascienza e favola poetica sull’elaborazione di un lutto, che arriva al cinema il 7 giugno.
Il Professore (Valerio Mastandrea) da quando ha perso la moglie, vive isolato dal mondo nel deserto del Nevada accanto all'Area 51. Dovrebbe lavorare ad un progetto segreto per il governo degli Stati Uniti, ma in realtà passa le sue giornate su un divano ad ascoltare il suono dello Spazio. Il suo solo contatto con il mondo è Stella, una ragazza che organizza matrimoni per i turisti a caccia di alieni. Un giorno gli arriva un messaggio da Napoli: suo fratello sta morendo e gli affida i suoi figli, andranno a vivere in America con lui. Anita 16 anni e Tito 7, arrivano aspettandosi Las Vegas e invece si ritrovano in mezzo al nulla, nelle mani di uno zio squinternato, in un luogo strano e misterioso dove si dice che vivano gli alieni...
Il film, opera seconda di Paola Randi a otto anni di distanza dall'apprezzato "Into Paradiso", ha avuto un'ottima accoglienza dalla critica alla 35esima edizione del Torino Film Festival, a cui è seguito il successo al Bari International Film Festival 2018, dove ha ottenuto un premio alla regia e uno al migliore attore. NEl cast, oltre a Valerio Mastandrea, troviamo Clémence Poésy , Chiara Stella Riccio e Luca Esposito.
“È tutto nato da un’immagine”, ha spiegato la regista, “quella di mio padre che nell’ultima parte della sua vita aveva iniziato a perdere la memoria. Era una persona intelligente, positiva, piena di fantasia, e a un certo punto l’ho visto seduto che guardava una foto, il ritratto di mia madre morta da molti anni, cercando di conservare il ricordo. Da lì mi è venuta in mente l’immagine di un uomo sdraiato sul divano nel deserto, che cercava su moglie fra i suoni dello spazio. Come trovare un antidoto al dolore della perdita? Uno di quegli eventi che rivoluzionano la vita delle persone, costringono a reinventarsi”.
SU TGCOM24