E' capitato a tutti: uno sguardo un po' più ammiccante del solito, un sorriso decisamente più eloquente, un messaggino a metà tra lo scherzoso e l'intimo: niente paura, si tratta ancora di un gioco e non mette a repentaglio la solidità della coppia. Se però si sfocia in qualcosa di più, se il civettare ci prende la mano e diventa una valanga inarrestabile, il rischio di dare uno scossone e minare la nostra relazione c'è. Ecco un piccolo vademecum per flirtare senza tradire, ovvero: a buon intenditor...
In fondo, a chi non piace? Sentirsi desiderati e cercati, aver voglia di novità e necessità di conferme, a partire dal proprio sex appeal: tranquilli, è umano e non è di certo un peccato.
Tuttavia potremmo, anche involontariamente, iniziare a flirtare con il vicino di scrivania, col papà di un compagno di scuola del nostro bambino, con lo sconosciuto incontrato in palestra.
Il tutto all'inizio è assolutamente innocente e senza secondi fini, ma affinchè rimanga tale qualche accortezza è necessario averla prima di trovarsi tra le braccia dell'altro e finire così col tradire il nostro partner.
In principio: facciamo uno sforzo di memoria. Tornando indietro e ripercorrendo come è iniziata la storia con il nostro attuale partner, possiamo facilmente capire quando dal semplice flirt siamo passati a qualcosa di più. Perché all'inizio forse non ci avevamo fatto caso, ma poi ci siamo abbandonati a qualcosa che lentamente o velocemente ci è sfuggito piacevolmente di mano. Tuttavia, come ben sappiamo, l'amore attraversa diverse fasi e le farfalle nello stomaco lasciano via via lo spazio a un sentimento più profondo e forse meno coinvolgente. Routine, stress, bollette da pagare certo non aiutano: ecco perché pian piano abbiamo smesso di essere maliziose e sexy, abbandonando completamente l'idea di civettare e di farci desiderare. Prima però di riscoprire i brividi con qualcun altro, proviamo a tornare sexy per il nostro lui: la seduzione è un'arte che si acquisisce con l'esperienza e con l'età e che bisognerebbe non smettere mai di esercitare.
Fai la scelta giusta: se proprio non possiamo rinunciare all'idea di civettare, cerchiamo almeno di farlo con criterio. Per esempio, bisognerebbe evitare come la peste di flirtare con persone che nutrono dei sentimenti verso di noi, perché potrebbero non accontentarsi di quel (poco) che siamo disposte a concedere loro. Anche il più classico flirt con il capo è da escludere categoricamente: i risvolti sul lavoro potrebbero essere assai spiacevoli quando ci saremo stancate di civettare. Mettiamo invece in cima alla lista gli sconosciuti di cui ci importa pressoché zero o amici che non abbiano secondi fini e sulla cui fedeltà possiamo contare.
Est modus in rebus: ah, quanta saggezza avevano un tempo! E' proprio così: c'è un modo giusto per ogni cosa. Aldilà del carattere di ciascuno, più o meno estroverso, più o meno timido, l'importante è avere ben chiari i limiti che ci siamo date prima di oltrepassare la soglia del punto di non ritorno. Sentirsi desiderate aumenta la nostra autostima, ma esagerare può mettere a repentaglio la nostra relazione: meglio non eccedere, anche perché il nostro partner merita rispetto, pur se all'oscuro dei nostri ammiccamenti. Lealtà e sincerità sono sempre indispensabili.
Attenzione al campanello: la lucidità non deve smettere mai di accompagnarci quando civettiamo. Se dovessimo renderci conto che il flirt non resta confinato al breve scambio di battute o al messaggino provocante ancorché pudico, un campanello d'allarme dovrebbe immediatamente avvisarci che stiamo cambiando rotta e andando alla deriva. Domandiamoci senza paura cosa stiamo provando esattamente e cosa vorremmo che accadesse. Se la riposta è che questa persona ci interessa, siamo a un passo dal baratro. Andiamoci coi piedi di piombo e non dimentichiamo mai di fare un'analisi di quanto stiamo mettendo seriamente a rischio. Prevenire è meglio che curare.
Reciprocità: se, dopo esserci guardate ben bene dentro ed aver appurato che ci sono ben chiari i confini, ci siamo auto assolte perché flirtare non costituisce un reato, dobbiamo essere disposte ad accettare che non siamo solo noi in diritto di farlo. Quel che è concesso a noi, deve esserlo anche per il nostro partner, ma a questo punto non avremo il diritto di sapere il perché e con chi, né tanto meno di gridare al tradimento. Siamo veramente disposte ad accettarlo? Già, perché quando l'azione parte da noi ci sembra sempre meno importante e grave di quando la subiamo a nostra volta. Chi di spada ferisce...