Padova - medicina narrativa

Ragazzino ha paura del dentista: l'ospedale di Padova si trasforma in "Star Wars"

Thomas, 15 anni, era terrorizzato dai medici. Così hanno ricreato la saga di Guerre Stellari e, travestito da Dart Fener, si è lasciato operare

Per tutti è il reparto di Odontoiatria dell'ospedale di Piove di Sacco (Padova). Per Thomas, un ragazzino di 15 anni affetto da autismo, è un'astronave. I suoi genitori non sapevano più come convincerlo a farsi visitare da un dentista. Lui, nonostante la sua bocca fosse piena di carie e il dolore gli impedisse di mangiare, era terrorizzato dai medici. Finché al dottor Claudio Gallo non è venuta l'idea: trasformare il reparto in una navicella di Guerre Stellari e lui in Dart Fener, alle prese con una delle sue avventure.

La medicina narrativa "Si è lasciato visitare e curare da noi che giocavamo con lui a Guerre Stellari", ha raccontato l'anestesista al Corriere della Sera. "Adesso è completamente guarito, mangia normalmente e tutti i problemi odontoiatrici sono stati risolti". Quella messa in atto nell'ospedale padovano si chiama "medicina narrativa": "Ogni ragazzino con disabilità viene avvicinato sviluppando l’empatia, con un percorso ideato proprio per lui e sempre diverso" spiega Claudio Gallo, responsabile di Odontoiatria Speciale. "Sono contrario a qualsiasi forma di contenimento, che in altri ospedali viene ancora utilizzata su persone disabili e che provocano inutile sofferenza e traumi profondi. Così invece creiamo empatia, l’esperienza di cura è qualcosa di positivo". E’ stata sua l’idea di portare Thomas a farsi visitare travestito da Dart Fener.

I travestimenti

Ognuno dei medici e degli infermieri interpretava un ruolo. Tutti facevano parte dell’esercito che si inchinava al passaggio del loro generale, Dart Fener. L'ambulatorio era la base operativa, da dove Thomas partiva per nuovi mondi spaziali, ovvero la sala operatoria. Lì, lo attendeva il capitano Kirk di Star Trek, l’altra saga di cui il ragazzino è appassionato, che in realtà era l’anestesista. Così, dopo due operazioni in anestesia totale e visite proseguite per un anno, il 15enne è guarito e ha combattuto tutte le sue battaglie. "Oggi Thomas mi saluta abbracciandomi. Sono un suo amico", dice il dottor Gallo.

E lui conferma: "Non ho paura dell’ospedale, qui c’è il mio esercito".