Terremoto in Starbucks: Howard Schultz non sarà più presidente esecutivo dal 26 giugno, dopo 40 anni trascorsi nella società. Sotto la sua guida, Starbucks è passata da 11 punti vendita a 28.000 in 77 Paesi (a settembre prima apertura anche in Italia). La sua uscita alimenta le voci su una sua possibile discesa in politica: fermo oppositore di Trump, Schultz potrebbe essere uno dei nuovi leader di cui i democratici sono alla ricerca disperata.
Schultz manterrà dunque il suo incarico fino al 26 giugno, quando passerà il testimone a Myron Ullman. Durante i suoi 40 anni nel gruppo come amministratore delegato e presidente, ha trasformato Starbucks in un colosso mondiale.
A settembre in Italia - Lascia alla vigilia dello sbarco del "marchio della sirena" in una nazione simbolo del caffè: l'Italia. Il primo Starbucks aprirà infatti a settembre a Milano, come annunciato dallo stesso Schultz - che ha sottolineato come l'ingresso in questo mercato avverrà "con umiltà e rispetto".
Discesa in campo? - L'attenzione è ora tutta sulle sue prossime mosse: finora ha sempre respinto le speculazioni di una sua possibile candidatura alla Casa Bianca e sulle sue ambizioni politiche. Ma con il New York Times ammette ora per la prima volta che una sua discesa in politica potrebbe essere qualcosa da valutare. "Voglio essere sincero senza alimentare la speculazione. Da diverso tempo sono molto preoccupato per il nostro paese, per le crescenti divisioni al suo interno e per la nostra posizione nel mondo - afferma - . Una delle cose che voglio fare nel prossimo capitolo della mia vita è valutare il ruolo che posso avere per restituire" quello che ho avuto dagli Stati Uniti. A chi gli chiedeva direttamente se stesse considerando una sua candidatura alla presidenza, risponde: "Intendo riflettere su una gamma di opzioni, e questo potrebbe includere il servizio pubblico. Ma la strada è ancora lunga prima di assumere una decisione per il futuro".
Oppositore di Trump - Noto oppositore di Donald Trump, "un presidente che crea episodi di caos ogni giorno", Schultz è considerato da molti una delle opzioni per il partito democratico. Manager di successo e conosciuto, e soprattutto volto nuovo della politica, Schultz sembrerebbe avere le carte in regola dopo la ritirata di Robert Iger: l'amministratore delegato di Walt Disney ha riflettuto su una sua candidatura alla Casa Bianca ma il piano è tramontato con l'offerta sugli asset di 21st Century Fox. La lista dei possibili candidati è comunque lunga: secondo indiscrezioni, l'amministratore delegato di JPMorgan Jamie Dimon potrebbe considerare una sua candidatura, così come il miliardario Mark Cuban che valuterebbe una discesa in campo per i repubblicani ma - come ha ammesso lui stesso - deve prima convincere sua moglie.