Si può trasformare una periferica bistrattata come Kinect, il sensore su cui Microsoft concentrò buona parte della sua fallimentare presentazione di Xbox One, da potenziale flop a tecnologia fondamentale con cui aiutare gli affetti dal Morbo di Parkinson? Evidentemente sì, dal momento che l'architettura del sensore prodotto per Xbox One è stata al centro di un nuovo progetto di ricerca della Brunel University di Londra, che ne ha sfruttato il potenziale per aiutare i pazienti nel processo di riabilitazione.
Kinect, infatti, è costruito attorno a una telecamera in grado di rilevare i movimenti del corpo con grande precisione senza la necessità di applicare dei sensori al corpo del malato di Parkinson: in questo modo, grazie alla non-invasività della periferica, il ricercatore dell'università londinese Amin Amini ha studiato un prototipo in grado di monitorare il cosiddetto congelamento dell'andatura (in gergo FOG, acronimo di "freezing of gait") e proiettare dei segnali visivi sul pavimento tramite l'uso di un laser, così da correggere l'andatura del paziente e migliorarne i movimenti.
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Sebbene tecnologie simili fossero già state sperimentate in passato, il progetto sviluppato da Amini sfrutta la precisione del rilevamento di Kinect per determinare l'angolatura delle ginocchia e persino la posizione della testa, permettendo così di prevedere l'andatura del soggetto e offrire una migliore accuratezza nella correzione dei suoi movimenti.
Il prototipo, dal costo irrisorio di sole 137 sterline, è già stato sperimentato con successo su numerosi pazienti britannici e testimonia come la tecnologia all'interno di Kinect abbia del potenziale inespresso che va a di là del semplice utilizzo nei videogiochi. Un vero peccato che Microsoft abbia scelto di abbandonare la periferica, che ricordiamo era inclusa obbligatoriamente all'interno di tutte le Xbox One al debutto sul mercato.