Una barra tubolare piegata e fluttuante nel cielo come un Ufo galleggiante sopra un mare agitato. Il 25 maggio del 1973 usciva "Tubular Bells", album iconico a partire dalla copertina. Opera prima di un ventenne compositore scozzese, Mike Oldfield, sarebbe diventata punto di riferimento per decine di autori. L'incipit del disco è uno dei pezzi strumentali più famosi di sempre essendo diventato la colonna sonora del film "L'Esorcista".
L'album non rappresentò solo il debutto di Oldfield, ma fu anche il primo disco pubblicato dalla Virgin Records. Anhe grazie al traino del film di William Friedkin balzò al numero uno delle classifiche britanniche, pur essendo un lavoro interamente strumentale e non certo dal taglio pop. Al di là del successo commerciale, viene considerato uno dei lavori più significativi della storia del rock, punto di nascita dell'art-rock che avrebbe visto emergere grandi autori come Vangelis, Jean-Michel Jarre (ma anche alcune opere di Peter Gabriel si inseriscono nello stesso filone).
© ansa
"Tubular Bells" è un lavoro, suonato interamente dallo stesso Oldfield, che si sviluppa sulle due facciate del disco, con riferimenti alla musica musica classica, folk e rinascimentale, esplorando ogni sorta di timbrica strumentale.
Un'opera talmente importante che finì con l'essere una gabbia per il suo stesso autore. Eccezion fatta per alcuni successi pop all'inizio degli anni 80, con brani come "Moonlight Shadows", "To France" e "Foreign Affair", Oldfield si sarebbe sarebbe tornato più volte sul suo capolavoro, senza riuscire a replicarne né i picchi qualitativi né il successo commerciale. Dedicò tutti gli anni 90 alla realizzazione di sequel, "Tubular Bells II" (1992), "Tubular Bells III" (1998), "The Millennium Bells" (1999) fino ad arrivare, nel 2003, a un rifacimento del primo album con tecniche digitali.