"Perché non l'hanno fermato?". Si sfoga Franceso Angrilli, fratello di Marina, la moglie di Fausto Filippone che ha ucciso la donna a Chieti Scalo per poi ammazzare anche la figlia e suicidarsi gettandosi dal viadotto della A14. Il riferimento è alla volante arrivata sotto la casa di Chieti dopo che la donna era caduta, quando sul posto c'era ancora il marito.
"Mi viene difficile - dice - poter credere che sia sfuggito l'atteggiamento di questa persona, distaccata, in preda a uno stato emotivo che non aveva un'apparenza di normalità. Sono sconvolto dalle notizie che ho letto".
"Mi auguro che la dinamica sia diversa - aggiunge -. Vorrei sperare che non sia così. Spero che la pattuglia sia arrivata dopo che lui si è allontanato. A me riesce difficile credere che una pattuglia della polizia presente sul posto lasci andare via una persona in quelle condizioni, cioè come Filippone è stato descritto dall'uomo che ha soccorso mia sorella". Incredulità anche rispetto al comportamento che la polizia "ha avuto con me e con l'altra mia sorella. Ho notato sempre un'attenzione, una sensibilità particolare. Questo cozza con questo comportamento, per cui mi auguro che la dinamica dei tempi non sia proprio quella e provo ad immaginare che la pattuglia della polizia sia arrivata quando lui si era già allontanato".
"Questo aggiungerebbe dolore al dolore - riprende -: siccome il rapporto che ho avuto con le forze dell'ordine è, encomiabile io immagino che loro siano arrivati dopo che mio cognato se n'era andato".
Poi precisa: "Ho pieno rispetto e fiducia per le forze dell'ordine. Sulla dinamica di quanto accaduto a Chieti attendo le versioni ufficiali delle fonti istituzionali. Non sono in grado di stabilire se ci siano delle responsabilità: saranno gli organi preposti a fare quello che devono fare. Non ho nessuna intenzione di procedere contro qualcuno. So quello che ho perso, non lo potrò riavere indietro e cercare di fare del male a qualcuno non mi potrebbe essere di alcun aiuto".