"E' chiaro che non abbiamo fatto abbastanza per evitare che i nostri strumenti non creassero danni. Ci scusiamo per gli errori commessi, ci vorrà del tempo ma sono impegnato a impedire che si ripeta". Lo ha detto il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, nell'incontro al Parlamento europeo dopo lo scandalo Cambridge Analytica. Al centro della riunione con alcuni eurodeputati, l'utilizzo illecito dei dati degli utenti del social network.
"Nel 2016 eravamo troppo lenti per identificare le interferenze russe nelle elezioni Usa, ma ora siamo più preparati per far fronte agli attacchi". Il fondatore di Facebook ha poi promesso di raddoppiare il numero delle persone che lavorano alla sicurezza della compagnia e sottolineato che ciò avrà un "significativo impatto sul profitto, ma tenere al sicuro le persone sarà sempre più importante dei nostri profitti". A proposito del regolamento General Data Protection Regulation, "abbiamo sempre condiviso questi valori" e "andremo ancora oltre per rispettarli, con nuove forti regole. Stiamo rendendo gli stessi controlli e impostazioni disponibili alle persone nel mondo". "Rispetteremo il nuovo regolamento sulla privacy e contiamo di farlo quando entrerà in in vigore il 25 maggio".
"Nostro sistema di segnalazioni migliore grazie all'Intelligenza artificiale" - "La nostra politica è stata nel passato che la comunità segnalava cose e noi reagivamo. Ora, nel 2018, riteniamo che la nostra responsabilità sia maggiore e abbiamo la capacità di sviluppare strumenti di Intelligenza artificiale", ha spiegato Mark Zuckerberg. "Bullismo, hate speech e terrorismo devono essere fuori dal social". "Se guardiamo ai contenuti terroristici, ad esempio, sono fiero di dire che i nostri sistemi possano segnalare il 99% dei contenuti legati a Isis o al-Qaeda prima che qualcuno li segnalasse", ha proseguito, aggiungendo che la compagnia ha lavorato ma "deve fare un lavoro migliore" sugli strumenti di AI per "sapere se qualcuno pensa al suicidio, all'autolesionismo" con Facebook live.
Tajani: "La democrazia non può ridursi al marketing" - "La democrazia non dovrebbe mai diventare una operazione di marketing, dove chiunque compri i nostri dati possa acquistare vantaggio politico". Lo ha detto il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, rivolgendosi al fondatore di Facebook. A proposito della presenza dell'americano, ha aggiunto: "Questo è un importante segno di rispetto verso il Parlamento europeo e verso i cittadini europei". "Quello di oggi è solo un punto d'inizio mentre andiamo verso una nuova forma di governance per le piattaforme digitali", ha proseguito.
"Ma non bastano le scuse serve impegno" - Al termine dell'incontro Tajani ha tenuto a precisare che non bastano le scuse. "Credo che il Parlamento abbia ottenuto un successo. Ci siamo dimostrati i difensori degli interessi dei cittadini affermando la centralità di questa istituzione. Il Parlamento è il luogo nel quale Zuckerberg è venuto a scusarsi con tutti i cittadini europei. Abbiamo ottenuto le scuse di Zuckerberg. Non bastano ovviamente, lui ci ha fornito alcune rassicurazioni, vigileremo perché siano rispettate", ha affermato.