Scoperta da Zurigo

Addio ai cani eroi, arriva il robot fiuta-superstiti in valanghe e terremoti

Ricercatori svizzeri hanno sviluppato un naso elettronico che rileva gas emessi dall’essere umano in ambienti chiusi

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Una notizia che turberà gli appassionati di Rex e tutti gli affezionati all’immagine del poliziotto o del volontario sempre accompagnato dal cane eroe che, in caso di valanghe e terremoti, arriva dove l’essere umano non riesce e compie miracolosi salvataggi. I prodi amici a quattro zampe tra qualche anno potrebbero essere sostituiti da droni o robot dotati di un “naso elettronico” capace di fiutare superstiti tra i resti di calamità naturali.

La scoperta, resa nota dalla rivista Analytical Chemistry, si deve a un gruppo di ricercatori del Politecnico di Zurigo, coordinati da Sotiris Pratsinis, che ha messo a punto una serie di sensori per riconoscere alcuni gas del metabolismo umano, come l'acetone e l'isoprene, emessi con il fiato, e l'ammoniaca, emanata dalla pelle. A questi sono stati poi aggiunti altri due sensori commerciali che riconoscono l'anidride carbonica e l'umidità.

La forza del dispositivo è proprio la precisa combinazione di questi sensori differenti, “perché - spiega il ricercatore Andreas Guntner - Le singole sostanze potrebbero derivare da fonti che non sono esseri umani. L'anidride carbonica, ad esempio, potrebbe venire anche da qualcosa che brucia”. Il prossimo obiettivo degli studiosi svizzeri è testare il naso, che è poco più grande di un chip del computer, in situazioni reali.

Se dovesse funzionare, potremmo davvero dire addio a pastori tedeschi o belga, grigioni, labrador o border collie – le razze più usate per i salvataggi – di cui da anni sentiamo parlare come eroi. Non ultimi i cani di Rigopiano che subito dopo le operazioni seguite alla valanga che ha colpito la struttura alberghiera abruzzese il 18 gennaio 2017, sono finiti al telegiornale, in diversi programmi televisivi e perfino al Quirinale ospiti di Sergio Mattarella. Curiosa, ma a quanto pare non così improbabile, l’idea che tra qualche anno il Presidente della Repubblica si possa ritrovare a stringere la mano, riconoscente, a un coraggioso androide.