Il film di Matteo Garrone "Dogman", in concorso al Festival di Cannes, non sarà sottoposto a sequestro preventivo. Lo ha deciso il gip di Roma Roberto Saulino, respingendo la richiesta avanzata da Vincenza Carnicella, madre di Giancarlo Ricci, il pugile seviziato e ucciso nel 1988 da Pietro De Negri, detto "il Canaro". Per la donna la pellicola diffama la memoria del figlio, al centro di una delle vicende di cronaca nera più note del recente passato.
Per il pm Sergio Colaiocco, titolare del fascicolo, non ci sono gli estremi per procedere al sequestro preventivo della pellicola che, a detta del regista, è solo vagamente ispirata alla vicenda della Magliana.
D'altronde lo stesso Garrone aveva difeso il suo lavoro, parlando di "Dogman" come di "un film che si ispira liberamente ad un fatto di cronaca nera accaduto trent’anni fa, ma che non vuole in alcun modo ricostruire i fatti come si dice che siano avvenuti. La storia prende solo spunto da un lontano fatto di cronaca e se ne libera subito".
Il regista, presente a Cannes insieme agli attori Edoardo Pesce e Marcello Fonte, ha ribadito il concetto più volte quasi a prendere le distanze dalla vicenda che nel 1988 vide De Negri, toelettatore della Magliana, attrarre Ricci, suo complice di piccoli delitti ma anche persecutore seriale, nel proprio negozio per poi ucciderlo brutalmente.