Torna la paura a Venezia per gli incidenti dei "bestioni del mare" e riesplodono le polemiche sulla presenza e il transito in laguna delle grandi navi da crociera. Protagonista dell'ultimo episodio è stata la Marella Doscovery 2, una nave da crociera lunga 264 metri e larga 37. La Nave stava uscendo dal porto quando, a causa di un'avaria, ha cominciato a mettersi di traverso nel canale della Giudecca, di fronte al grande albergo del Molino Stucky.
#grandenave in #avaria nel canale della #Giudecca !!
— NoGrandiNavi Venezia (@NoGrandiNaviVe) 14 maggio 2018
Tre rimorchiatori che cercano di raddrizzarla e di poppa la riportano in marittima
Odore acre e aria irrespirabile
Basta!
Estromissione subito dalla #Laguna
Tutti in piazza a #Venezia il 10 giugno! #nograndinavi pic.twitter.com/1WLHCIL8zM
Il comandante dell'imbarcazione con 918 cabine, che batte bandiera delle Bahamas ed è stata costruita nel 1995, ha preso contatto con la centrale operativa della Capitaneria di Porto spiegando di voler rientrare alla base per un problema che aveva compromesso la sicurezza della navigazione. Mentre i veneziani affollavano entrambe le rive del canale della Giudecca per capire cosa stava succedendo, impauriti dall'odore acre che si è rapidamente diffuso nell'aria, i rimorchiatori che avevano iniziato l'operazione di traino fuori dalla laguna hanno invertito la rotta e riportato lentamente la Marella Discovery 2 alla Stazione Marittima.
"Nessuna speculazione, massima fiducia sia nella professionalità dei piloti del porto sia nella qualità tecnologica della Marella Discovery - commenta Tommaso Cacciari a nome del Comitato No grandi navi - ma quello che è successo oggi dimostra che gli incidenti succedono. Tre rimorchiatori hanno faticato mezz'ora per riportare in porto la nave da 40.000 tonnellate. Cosa sarebbe successo se in avaria fosse finita una da 100.000?".
Il comitato aveva già indetto per il 10 giugno una nuova giornata di mobilitazione alle Zattere per tornare a chiedere l'estromissione delle navi da crociera da Venezia. "Non dobbiamo aspettare il disastro, per prendere l'unica decisione sensata: allontanare le navi dalla città - continua Cacciari -. E' troppo delicata e fragile e queste navi sono troppo grandi, pericolose. Sono fatte per navigare in mare, non in mezzo alle città, e in mare devono restare".