Nei contest di freestyle si è fatto le ossa, "Italieno" lo ha rivelato al grande pubblico e adesso affronta la prova del primo album. "Oro cromato" è il primo lavoro di Cromo, rapper di Molassana (quartiere di Genova). "Ci ho lavorato con grande impegno per quasi sette mesi - dice a Tgcom24 -. Volevo dare alla luce un progetto poliedrico, dove ogni brano fosse diverso dall'altro e le canzoni avessero anche al loro interno delle particolarità".
Per il giovane talento della scuderia Dogozilla (l’etichetta di Don Joe) questa è la prova che molti attendevano dopo l'exploit di "Italieno", disco d'oro con oltre 5 milioni di stream. "Questo disco nasce dall’esigenza di trasformare in canzoni svariati momenti e aspetti della mia vita - spiega -. Ho voluto dimostrare di saper essere poliedrico, unendo la vita di strada con la passione per la musica. Dopo il disco d'oro i fan hanno chiesto a gran voce questo lavoro. Il disco ha portato via sei o sette mesi della mia vita, ci ho lavorato con molta insistenza. Volevo dare alla luce un progetto poliedrico, dove ogni brano fosse diverso dall'altro e le canzoni avessero anche al loro interno delle particolarità che le caratterizzasse".
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Da dove nasce la varietà stilistica che caratterizza l'album?
Principalmente da quello che ho ascoltato negli ultimi anni. Mi sono fatto una grande cultura su ciò che arriva da Oltreoceano. Ho ascoltato sin da bambino gente come i Public Enemy, Jay-Z, Kendrick Lamar o i Wu Tang Clan. Per arrivare ai giorni nostri a rapper che danno peso sempre alla metrica e al livello tecnico della scrittura ma aggiungendoci la melodia come Post Malone. La mia ispirazione ha prso il via da un misto di una cultura di rap più "old school" e di trap melodico. Il mio desiderio è quello di scrivere sempre con un livello metrico alto, aggiungendo però melodia e tonalità.
Ci sono molti elementi autobiografici nei testi.
In questo album ci sono varie sfumature, da quelle più sarcastiche ad altre che rappresentano più la mia vita. Ci sono canzoni dove mi sono esposto di più, come "Stipendio" o "Limousine", che hanno frecciatine che si riferiscono a quello che ho vissuto. Ma principalmente, visto che io faccio sempre musica con positività, volevo dare tante sfaccettature diverse in modo da dare all'ascoltatore una reazione positiva.
Come hai vissuto il passaggio da una realtà underground alla pubblicazione con una major?
Mi ha aiutato a maturare come persona più ancora che come processo artistico. Mi piace lavorare con degli addetti ai lavori che sono competenti e mi trovo bene con loro. Rispetto a quando facevo i miei primi contest c'è stata sicuramente un'evoluzione. All'epoca avevo un approccio molto rudimentale alla musica. Quel tipo di esperienza in compenso ti dà la forza per un altro ambito, che è quello dei concerti. Prima ero anche molto più giovane e lo facevo per puro divertimento.
E adesso invece quanto c'è di divertimento e quanto la musica è diventata per te un lavoro?
Io ci metto la dedizione massima, impegnandomi al 100%. E poi al giorno d'oggi c'è anche un riscontro da parte dei fan che prima non c'era e quindi ho iniziato a prenderlo in maniera sempre più seria, come è giusto che sia.