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Governo, primo round del tavolo Di Maio-Salvini: completata prima bozza del "contratto"

Il passo da qui alla chiusura dell'accordo sembra ora più agevole, ma restano alcuni nodi da sciogliere, a cominciare da quello della premiership

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Passi avanti fra Lega e M5s verso il nuovo governo. Nella riunione tecnica a Milano è stata completata una prima bozza del programma comune. Al Pirellone Milano incontro anche tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il Pd intanto annuncia una "opposizione durissima", a partire dalla flat tax. Monito di Mattarella sulla scelta dei ministri e sul ruolo del Colle "per evitare abusi". Casaleggio annuncia che il contratto sarà votato sulla piattaforma Rousseau.

Lo si potrà chiamare, forse, il governo del Pirellone. Lontano da Roma Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno smussato infatti le distanze e iniziato a mettere nero su bianco il "contratto per il governo del cambiamento". Il passo da qui alla chiusura dell'accordo è più agevole, ma restano alcuni nodi da sciogliere, a cominciare da quello della premiership. E, anche sul programma, l'intesa non è totale.

Domenica nuovo incontro per definire il contratto di governo - Domenica, in un round che si preannuncia decisivo, tutti i 20 e più punti del programma dovranno avere la vidimazione dei due partiti. Perché il tempo stringe e sia M5s sia la Lega non vogliono rischiare di dover chiedere altro tempo al Quirinale.

L'incontro M5s-Lega e i punti di incontro sul programma - Ad aprire il vertice del Pirellone sono le delegazioni di M5s e Lega. Per il Movimento, arrivano Stefano Buffagni, Alfonso Bonafede e Laura Castelli, Vincenzo Spadafora. Per la Lega Claudio Borghi, Roberto Calderoli, Armando Siri, Gian Marco Centinaio e Nicola Molteni, oltre a Giancarlo Giorgetti. Alle 16 arriva Matteo Salvini, mentre il leader del M5S, dopo aver pranzato in centro a Milano con i suoi, giunge solo un'ora dopo. In mattinata, invece, era filtrata la prima bozza del contratto di governo: 19 punti, 26 pagine con temi che vanno dalla flat tax ai migranti, dalla riduzione delle tasse al reddito di cittadinanza. Nel corso della giornata i punti però aumentano, superando la ventina in totale. E soprattutto, solo i primi 10, finora, hanno l'ok dei due leader.

La riabilitazione di Silvio Berlusconi - I toni, però, sono distensivi. Anche perché in mattinata arriva la notizia della riabilitazione di Silvio Berlusconi. "Nella trattativa non cambia nulla", spiega Di Maio ma l' effetto, in realtà c'è ed è quello di mettere ancora più alle strette M5s e Lega per fare il governo, vista la prospettiva di una campagna elettorale con Berlusconi candidabile.

Salvini: "Sostanziale accordo", Di Maio: "Se ci attaccano siamo sulla buona strada" - E in serata è Salvini a parlare di "sostanziale accordo" sui punti fondamentali del contratto laddove Di Maio, in un video su Facebook, si dice ottimista e sottolinea: "Se ci attaccano siamo sulla buona strada". Gli attacchi, infatti, sia dal Pd sia da Forza Italia non mancano, mentre all'ingresso del grattacielo milanese fa il suo esordio anche la protesta anti-governo gialloverde: poco più di venti giovanissimi, che aggiungono Salvini e Di Maio all'odiata "casta dei politici".

Il monito di Sergio Mattarella - Nel pomeriggio è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a dire la sua. E sono parole che pesano. "Cercando sempre sintonia con il Parlamento Luigi Einaudi si servì in pieno delle prerogative a lui attribuite" sulla premiership, afferma il presidente della Repubblica da Dogliani citando il caso dell'incarico che nel 1953 l'allora Capo dello Stato affidò a Giuseppe Pella, ignorando le indicazioni dei partiti. "Noi lo ascolteremo con tutto il rispetto ma Einaudi va letto tutto, scrisse di un Paese fondato sull'autonomia", è la replica, garbatamente polemica, di Salvini.

Il nodo premiership e il toto-ministri - Di nomi, assicurano M5s e Lega non si è parlato, ma si parlerà. Il bivio tra premier terzo e premier politico, con le rivendicazioni di Di Maio tornate in auge, resta ed è legato anche a quale impronta avrà il contratto. Per i ministeri il M5s puntano a Mise, Lavoro, Sanità, Esteri (in pole Buffagni, il tecnico Pasquale Tridico, Giulia Grillo o Pier Paolo Sileri mentre sulla Farnesina resta l'opzione tecnico) laddove la Lega guarda a Interni, Difesa, Agricoltura, Trasporti. E se per la Difesa prende quota in maniera prepotente il nome di Lorenzo Fontana, per la Giustizia la soluzione sembra Giulia Bongiorno. Nome che rispetto ad un profilo M5s, risulterebbe di certo più gradito a Berlusconi. Anche perché Salvini, anche oggi, sottolinea: "A me interessa che il governo non comporti la rottura del centrodestra".

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