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R. Calabria, non si presenta alcuna lista: salta di nuovo il voto per il Comune di San Luca

È il terzo anno consecutivo che succede. Il comune calabrese è commissariato per mafia dal 2013

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Nemmeno questa volta si vota. Nel Comune di San Luca, in provincia di Reggio Calabria, saltano muovamente le elezioni fissate per il 10 giugno. Alla scadenza del 12 maggio nessuna lista è stata presentata. Il Comune, sciolto nel maggio 2013 per condizionamenti della criminalità organizzata, continuerà dunque ad essere commissariato. Solo nel 2015 si presentò una unica lista, ma non raggiunse il quorum del 50% + 1, necessario in questi casi.

L'ultimo sindaco eletto è Sebastiano Giorgi, dall'aprile 2008 e rimasto in carica sino al maggio del 2013, quando il Comune fu sciolto per infiltrazioni. Giorgi fu poi arrestato nel dicembre successivo nell'ambito di un'inchiesta della Dda reggina.

Per Jole Santelli, parlamentare di Forza Italia e coordinatrice regionale del partito in Calabria, "la responsabilità non può essere addebitata a chi non ha il coraggio di candidarsi ma, oltre alla criminalità, anche ad uno Stato che troppo spesso mostra avversione piuttosto che aiuto alle amministrazioni comunali" mettendo sul banco degli imputati i "continui scioglimenti per mafia".

Quello di san Luca, è un caso nazionale. "E' una sconfitta per la democrazia", spiega la presidente uscente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi sottolineando come la mancata presentazione delle liste "è un ulteriore segnale della capacità delle cosche di condizionare la vita di questa comunità".

E preoccupato è anche il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, che questa realtà la conosce bene come ex procuratore di Reggio Calabria. La mancanza di liste "significa uno stallo assoluto, sociale e democratico" dice, osservando che "evidentemente nel territorio non si vuole l'omologazione a forme democratiche o i condizionamenti sono talmente forti da impedire candidature". Ma, sottolinea il magistrato, "è solo dagli abitanti che può ripartire la rinascita, magari con una riforma della legge sullo scioglimento dei comuni infiltrati con la previsione di un "tutoraggio" della nuova amministrazione da parte del governo, per sostenerne e affiancarne il lavoro".