La coppia farà ricorso

Il sindaco di Sorrento vieta i matrimoni gay nel Chiostro di San Francesco

Vincenzo e il suo compagno sono stati costretti a cambiare location. Il chiostro è di proprietà del Comune, ma ci sarebbe un accordo non scritto con i monaci contro le unioni gay

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La legge sulle unioni civili del 2016 ha parificato i matrimoni omosessuali a quelli eterosessuali. Ma la sua attuazione incontra ancora degli ostacoli. Il comune di Sorrento ha vietato le nozze nel Chiostro di San Francesco una giovane coppia gay. Il luogo non è più proprietà del vicino monastero e ospita in media 200 matrimoni civili all'anno. Ma un accordo non scritto con i monaci prevede che alcune unioni è meglio celebrarle altrove.

Il "no" del sindaco Il Chiostro in questione appartiene al Comune ed è gestito dalla "Fondazione Sorrento", che promuove eventi culturali per valorizzare il patrimonio storico della città. Proprio sul sito della Fondazione si legge che in San Francesco si organizzano concerti e matrimoni civili. Eppure D'Andrea si è sentito rispondere un secco "no" alla sua richiesta. "Qual è la differenza tra unioni e matrimoni civili? Il fatto che le prime si celebrino tra persone dello stesso sesso? Eccola la discriminazione", ha detto l'uomo all'Huffington Post. Le ragioni della decisione le spiega il sindaco stesso, Giuseppe Cuomo: "la struttura, nella quale si svolgono diverse attività, è del Comune, ma ospita su un piano le celle dei monaci francescani, i quali per accedervi passano dal Chiostro. Sin dall'approvazione della legge Cirinnà abbiamo stretto con loro un accordo verbale ma chiaro: matrimoni civili sì, unioni civili no".

Costretti a cambiare location La coppia si è rivolta ad Arcigay Napoli, così il presidente, Antonello Sannino, ha chiesto ulteriori spiegazioni al Comune. Il sindaco ha ribadito le proprie ragioni e ha avanzato altre tre proposte: una sala del Municipio, il Museo Correale o Villa Fiorentino. Il Chiostro di San Francesco, insomma, resta off limits. Così Vincenzo e Heriberto, "Beto", si sposeranno lo stesso il 25 luglio, ma da un'altra parte. "Il nuovo posto che abbiamo scelto è splendido, ma resta il fatto che sono stato costretto ad adeguare il mio desiderio al ribasso".

Rischio sanzioni I due però non ci stanno a subire senza reagire. Così, annunciano che presenteranno un ricorso. "I sindaci che si rifiutano di celebrare le unioni civili rischiano una sanzione. Ma più che per questo, ho deciso di denunciare la vicenda perché non ce la faccio, di fronte alla discriminazioni, a voltarmi dall'altra parte. E poi perché magari può servire ad altri dopo di noi a realizzare il loro sogno". Cuomo, dal canto suo, non teme conseguenze legali: "Non sono favorevole alle unioni civili, ma da avvocato e sindaco non mi posso sottrarre. Non discrimino gli omosessuali, noi non vietiamo i matrimoni civili. Ci sono altri tre luoghi nei quali si possono celebrare e sono altrettanto belli. Nel Chiostro di San Francesco non si può fare, punto”.